Al via le celebrazioni per i centoventi anni di storia delle cantine Ferrari. Un percorso ai vertici della spumantistica iniziato nel lontano 1902 con Giulio Ferrari, che ha coinciso nei giorni del Vinitaly con l’annuncio delle bollicine carbon neutral, tappa di un iter e di una visione di lungo periodo che testimonia il forte legame storico con un territorio, quello del Trento Doc. Con la Carbon Neutrality l’azienda trentina riduce e compensa le proprie emissioni di CO2. “È un traguardo importante. Ci guardiamo indietro, vediamo la strada che abbiamo percorso in questi anni e ne siamo orgogliosi, ma al tempo stesso ci proiettiamo in avanti, nel breve ma soprattutto nel lungo periodo con il progetto di sostenibilità ambientale e di responsabilità sociale. La nostra azienda ha ottenuto la certificazione Carbon Neutrality Scope 1 e 2, che significa riduzione e compensazione delle emissioni da energia e carburanti, e parzialmente Scope 3, che riguarda la filiera e include i viaggi aziendali, i trasferimenti da casa al lavoro dei dipendenti”, racconta Camilla Lunelli, direttore della comunicazione e delle relazioni esterne del Gruppo Lunelli, insieme al fratello e ai cugini terza generazione della famiglia. “Il nostro focus è sul territorio che ci ospita, da tutelare, valorizzare e promuovere. Territorio che è l’origine della qualità delle nostre bollicine ed è al centro della nostra visione di sostenibilità a 360 gradi: ambientale, economica, sociale. L’obiettivo che ci eravamo posti era di andare oltre e implementare un progetto di riduzione delle emissioni. Siamo partiti con l’installazione del parco fotovoltaico sul tetto della cantina, abbiamo cominciato ad acquistare energia elettrica unicamente da fonti rinnovabili e siamo andati a misurare tutto questo, compresi i viaggi aziendali, e a compensare tramite Climate Partner, con la collaborazione di Collectibus”. Precisa: “Lo Scope 1 comprende le emissioni dirette generate dall’azienda, lo Scope 2 include, invece, quelle indirette relative all’energia acquistata e consumata e lo Scope 3 si riferisce a tutte le altre emissioni indirette generate dalla catena del valore aziendale. Utilizziamo il 100% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e abbiamo iniziato una mappatura socio-ambientale della catena di fornitura per arrivare al terzo ambito, lo Scope 3. Ci tenevamo a concludere quest’anno l’ iter”.
Un percorso anche eticamente responsabile intrapreso da diversi anni, che nel 2015 e nel 2017 ha portato alla certificazione Biodiversity Friend e biologica di tutti i vigneti. Nel 2014 è stato realizzato un protocollo, il Vigneto Ferrari, per una viticoltura di montagna sostenibile e salubre, volta a trasferire la sensibilità ambientale ai conferitori trentini.
Quanto alla percezione delle bollicine italiane nel mondo, spiega: “C’è un cambio importante di prospettiva a livello internazionale. Siamo molto contenti di essere percepiti come il brindisi degli italiani, anche se il salto di qualità va fatto all’estero, dove le bollicine italiane hanno fatto breccia effettivamente col Prosecco ma in termini di Metodo classico c’è ancora tanto da fare. C’è oggi un’apertura di prospettiva all’estero verso le bollicine nel loro complesso. L’eccellenza non è più solo ed esclusivamente percepita in una singola regione che è la Champagne, ma può essere acquisita in vari territori. Il Gran Premio di Formula 1, con cui collaboriamo per tre anni, fino al 2023, ci ha aiutati molto in questa direzione. Il gesto di spruzzare dal podio spumante nacque proprio nel mondo della Formula 1, tra l’altro un inizio casuale, probabilmente grazie a una bottiglia tappata male che col caldo esplose sul podio nel ’66. Questa cosa piacque talmente che fu ripetuta”.
Quanto al lungo invecchiamento, in cui Ferrari da sempre crede, importanti le novità. “Abbiamo appena presentato un altro progetto che a me piace molto, che ha a che fare con i lunghi invecchiamenti e le recenti sboccature, in particolare sulla linea Perlè, millesimato nato nel 1971, che per noi è una referenza importantissima. Siamo usciti con verticali di vecchie annate, in questa prima fase 2001, 2003 e 2005, usciremo con orizzontali 2002, 2003 e 2004 declinate nel blanc de blanc, nel blanc de noir e nel rosé. Il Perlé si esprime al meglio nei lunghi affinamenti, si arriva anche a più di vent’anni. Ci sarà da divertirsi, soprattutto per un mondo di collezionisti e appassionati sempre più attento”, racconta Camilla Lunelli che a proposito dell’Ucraina conclude: “Abbiamo aperto un’asta benefica in favore dell’Ucraina, lanciata insieme alla Formula 1, per cui le bottiglie di ogni podio autografate dai tre vincitori sono messe all’asta e il ricavato è devoluto all’Ucraina, un progetto che si affianca a tutta una serie di altre attività sociali che seguiamo”.
Il plus? Produrre bollicine per creare benessere, sicurezza, bellezza per tutta la filiera, la comunità trentina, gli stakeholders e i collaboratori. Solo così si genera valore.