Il vino attrattore turistico. Sempre di più. E, infatti, cosa c’è di meglio di un’esperienza enoturistica in Italia fra filari di viti alla scoperta di vini pregiati, buon cibo ed inevitabilmente paesaggi, arte e storia? Soprattutto in un periodo particolarmente roseo di riscoperta e rilancio dell’enoturismo, settore in crescita, basti pensare alla Valle d’Aosta, dove  attraverso la via Francigena si può pedalare o camminare tra castelli, colline e vigneti. Un altro esempio sono le Marche, che puntano sul buon vino creando momenti di convivialità, occasioni importanti di promozione, sviluppo e coinvolgimento. In prima fila l’Istituto marchigiano tutela vini (Imt) con un nutrito piano di incoming.  A cominciare da “I magnifici 16”, il nuovo evento con focus sui territori delle piccole e grandi denominazioni a cui parteciperanno oltre 120 imprese del vino e operatori di settore. Obiettivo promuovere le Dop marchigiane sul mercato interno. Visite alle cantine, oltre a tasting e masterclass in 9 eno-itinerari distribuiti su tutte le denominazioni afferenti al Consorzio, che da solo rappresenta circa il 70% dell’export e poco meno della metà dell’intero vigneto regionale. L’evento si chiuderà a Villa Koch (Recanati) con un ultimo tasting corale di tutte le 16 denominazioni e un convegno che farà il punto sulle politiche di settore in particolare legate all’enoturismo, sempre più considerato importante ai fini di un ulteriore sviluppo dell’immagine del brand marchigiano, anche dopo il recente varo della legge regionale che si propone di creare una rete di imprese di qualità non solo nelle produzioni ma anche nei servizi. Attesi, tra gli altri, gli interventi dell’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini, del presidente della commissione Agricoltura alla Camera, Mirco Carloni, del presidente di Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi e del direttore di Atim Marche, Marco Bruschini.
“Le nostre aziende – ha detto il presidente Imt, Michele Bernetti – sono da sempre molto attive sul fronte della promozione all’estero grazie a vini di punta – Verdicchio in primis – che hanno contribuito in modo decisivo alla crescita in valore delle esportazioni regionali, con un +33% negli ultimi 5 anni e un controvalore di quasi 76 milioni di euro. Ma il mercato nazionale rimane senz’altro strategico, ancora di più oggi con il boom turistico che si registra nel Belpaese così come nelle coste, nelle città e nei borghi marchigiani”. ).
L’area tutelata dall’Istituto marchigiano di tutela vini si estende su un vigneto tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino di oltre 7.500 ettari e una produzione che nel 2022 ha sfiorato i 230 mila ettolitri imbottigliati (l’89% del totale).
Saranno quasi 300 i vini in degustazione: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero (Doc e Docg), San Ginesio, Serrapetrona e Vernaccia di Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi (Doc e Docg), Verdicchio di Matelica (Doc e Docg).
Una regione bella e “buona”, da vivere in modo slow “gustandosi la natura. I filari marchigiani sono tra i più sostenibili in Italia, con un’incidenza biologica sul vigneto che ha raggiunto il 39,5% delle superfici, pari a 6.991 ettari su un totale vitato di 18.000 ettari, un’incidenza doppia rispetto alla media italiana. Dal 2010 al 2022 il totale degli investimenti messi in campo dal maxi-Consorzio e dalle aziende socie con i contributi comunitari (Ocm-Vino e Psr Marche Mis. 1.33 e 3.2) ha superato quota 28 milioni di euro.
Questa estate non resta che mettersi in viaggio. Destinazione l’Italia del vino (e della tavola).