I vini del Duomo sono in vendita da ieri nell’ e-shop della Collina dei Ciliegi. Il nome non è una casualità. Perché al Duomo di Milano, simbolo della milanesità come pochi altri, questi vini sono collegati fin dal loro nascere. Sotteso un progetto importante di raccolta fondi per la Veneranda Fabbrica nella sua opera di restauro della cattedrale, che ha subito a causa del covid un rallentamento dei flussi turistici. In particolare, il progetto di solidarietà “Adotta una statua” è volto al recupero di una statua offrendola in prestito temporaneamente a privati ed aziende a fronte di un contributo al restauro. Ogni bottiglia venduta sostiene, per una parte rilevante del ricavato, le operazioni di recupero del Duomo.
Si parte con un rosso Igt Verona da Corvina in purezza, in elegante veste firmata dal wine designer Mario di Paolo, e si proseguirà con un brut metodo Charmat da Garganega e Chardonnay, che sarà in vendita nei prossimi giorni. Per la partenza, 15mila bottiglie. “Entro la prossima primavera vogliamo arrivare a 50mila. Un progetto ambizioso ma amo Milano, città dove si svolge parte importante della mia vita, un lungo viaggio che incomincia nel 1925, con la mia famiglia, e arriva fino a Verona. L’obiettivo è restituire la bellezza al simbolo per eccellenza dell’arte e della cultura meneghina dopo anni difficili in cui la pandemia ha drasticamente ridotto le visite. È fondamentale contribuire tutti insieme a questa operazione. Con il direttore generale dell’Ente, Fulvio Pravadelli, abbiamo studiato un percorso di crescita che parte dal restauro della statua Gigante 29, risalente al 1720, uno dei novantasei guardiani che per trecento anni ha ‘guardato’ Milano e il Duomo. La mia azienda, Generalfinance, è intervenuta nel recupero del Gigante e per tre anni ci siamo impegnati a contribuire al restauro della cattedrale”, commenta Massimo Gianolli, presidente e amministratore delegato di Generalfinance e de La Collina dei Ciliegi, “interlocutore sensibile e generoso” per Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. “La Veneranda Fabbrica e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana hanno dato il permesso e il Gigante da Milano è arrivato a Verona sulle orme del percorso della mia famiglia, diventando il custode della barricaia e dei nostri vini”.
Per ora il vino è disponibile alla Rinascente di Milano, negli store del Duomo, negli e-shop duomoshop.com e lacollinadeiciliegi.it  e come ”vino del mese” di ottobre al Maio Restaurant e allo Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel. Il prezzo si aggira sui 20 euro a bottiglia. “Siamo stati contattati già da diverse enoteche interessate e siamo pronti a fornire i vini a chiunque altro possa aiutarci nel progetto. L’obiettivo è poter contare su tanti ambasciatori di arte e cultura enologica. Il primo è mio papà Armando”.
Armando Gianolli, classe 1925, è colui che nei primi anni ‘80 diede vita all’impero Generalfinance, intermediario specializzato nel finanziamento su misura a piccole medie imprese. Una storia di successo, la sua, nel mondo delle banche e delle assicurazioni. “Mio papà lavorava alle Assicurazioni Generali quando decise di aprire un’attività finanziaria”, spiega Massimo Gianolli. “Alla fine degli anni ’80 mi chiamò per seguire il progetto e decisi di trasformarla in una società di factoring. Da trentuno anni ne sono l’amministratore delegato. La famiglia Gianolli ha sempre mantenuto il governo di questa azienda e oggi siamo riusciti farla crescere ad oltre un miliardo e trecento milioni, che sarà il turnover di quest’anno. Siamo leader di mercato. Abbiamo chiuso il primo semestre del 2021 con un balzo del 44% dell’utile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un mix di fortuna, capacità e valore delle persone”.
Papà Armando, che ha attraversato le fasi cruciali dell’Italia, dalla Prima Repubblica in poi, è un signore che a dispetto dei suoi 96 anni (il prossimo 7 dicembre) guida un’Alfa Romeo Giulia e a chi gli chiede se sia vintage, risponde: “Vintage? No, è l’ultimo modello a quattro ruote motrici. Volevo una Maserati, ma i i figli mi hanno convinto a stare su un’auto un po’ più tranquilla”. In cantina, in Valpantena, torna sempre, rigorosamente senza autista e con la sua Giulia. “Ci sono dei posti che frequenta da quando era ragazzo, come Positano, Grado, la Valpantena e poi partecipa ai convegni degli agenti delle Assicurazioni Generali in qualsiasi parte d’Italia”, racconta Massimo Gianolli. “La sua vita inizia a Verona, dove fu lasciato dalla balia e dove oggi sorge la cantina La Collina dei Ciliegi. Questo è il motivo per cui siamo così legati a questo posto. All’età di sette anni ritornò a Milano dalla sua famiglia biologica, entrò in collegio, ebbe la possibilità di studiare, poi arrivò la guerra e nel ‘45 fece il suo ingresso alle Generali. I suoi primi trent’anni furono molto duri”.
A papà Armando è dedicato un Amarone, l’Armando Gianolli, una riserva in edizione limitatissima affinata per nove anni, che è stata messa in bottiglia l’anno scorso, medaglia di platino al Decanter con 97 centesimi. “È la prima volta che metto in etichetta il nome della famiglia. Il rischio di sbagliare c’era, ma i risultati ci hanno dato ragione”.