La nuova bozza del Decreto sull’etichettatura reintroduce la protezione e il diritto all’esclusività, almeno a livello nazionale, sull’utilizzo di 11 vitigni “distintivi” delle relative denominazioni. Sono vitigni che caratterizzano un territorio e la produzione oltre a valorizzare la grandissima biodiversità dell’Italia, fattore competitivo fondamentale su scala mondiale. Vitigni per i quali fino a ieri era previsto il diritto esclusivo di citarli in etichetta e che rischiavano di perdere questa tutela a causa dell’ultimo regolamento europeo. “Un risultato importante per il vino italiano, si salva un patrimonio storico-produttivo grazie a un lavoro di squadra della filiera che ha visto in prima linea Unione Italiana Vini. Il legame vitigno-territorio è la base della caratterizzazione dei vini italiani. La tutela delle produzioni  deve passare attraverso l’origine geografica ma riteniamo anche che la valorizzazione della biodiversità viticola italiana, che tutto il mondo ci invidia, rappresenti un asset competitivo molto importante per il vino italiano e come tale vada tutelato”, commenta Paolo Castelletti. Ecco gli undici alfieri dei vitigni distintivi delle Do: Albana di Romagna, Bianchello del Metauro, Cannonau, Girò, Nasco, Nuragus, Semidano in Sardegna, Sagrantino di Montefalco, Erbaluce di Caluso, Ormeasco di Pornassio e Ruché di Castagnole Monferrato.