Provare il territorio, vivere una experience dove l’acquisto del vino è collaterale a un’emozione. Cosa si chiede oggi a una cantina? “Saper vendere una sensazione il più possibile esclusiva, il prodotto viene dopo”, commenta Gloria Armiri, manager di TTG Travel Experience, la fiera del turismo di Rimini.  “Da più di dieci anni organizzo una manifestazione che esiste da quasi sessanta, dove i buyer stranieri a ottobre vengono a incontrare il prodotto italiano che racconta i valori del suo territorio. Oggi non si vende più un prodotto ma un insieme di valori direttamente correlati a una esperienza in cui il consumatore e viaggiatore vuole essere sempre di più coinvolto. Quali sono i valori sottesi alla fruizione di un determinato territorio? Qual è la narrazione? Ci vuole una brand identity molto precisa, un pubblico di riferimento a cui ci si rivolge, bisogna soddisfare dei bisogni, dove la bellezza è una chiave importante. E come attrarre i giovani? Parliamo la loro stessa lingua?  L’enogastronomia piace a tutti ma qual è la chiave? Dire che i miei prodotti sono i migliori non basta più. Serve una chiave emotiva per spingere un turista in un dato territorio. Su questo bisogna lavorare, su una mappa valoriale. Noi facciamo un viaggio perché vogliamo crescere nel nostro mondo interiore. Il benessere è anche mentale, spirituale”.

                                                                         

“Oggi come oggi si vende una experience legata al vino. Il turista non viene in azienda solo per comprare un prodotto. La nostra realtà, che oggi produce 150mila bottiglie, nasce nel 2006 con una impostazione precisa: fare accoglienza enoturistica di un certo livello, regalare momenti di evasione, di conoscenza del Monferrato, con proposte di degustazione e di cucina, visite nei vigneti, possibilità di servizio e-bike e maneggio per vivere slow tutto il territorio”, commenta Simone Barea, responsabile commerciale di Tenuta Montemagno, nel cuore del Monferrato, con vista sulle Alpi e sui vigneti, nei pressi di un castello medievale che svetta sul resto dell’abitato, uno dei meglio conservati dell’Astigiano, oggi proprietà privata dei conti Calvi di Bergolo e accessibile in alcuni periodi dell’anno attraverso un ponte levatoio. “Il nostro concept è quello della maison francese con lo chateaux centrale, sull’esempio di Bordeaux, i vigneti tutt’intorno, una produzione di vino con locale per l’affinamento, l’accoglienza con sedici camere, un ristorante, una piscina esterna, una spa e una scuderia che fanno da contorno alla wine experience. Un luogo dove si custodisce un sapere enologico, che porta con sé qualcosa dello stile e del gusto del suo fondatore. Siamo in campagna senza tradire l’eleganza, la raffinatezza, la cura del dettaglio”, continua Simone, 27 anni, studi linguistici e di economia e management. “Facendo parte della famiglia si fa un po’ di tutto, non ci si ferma alla mansione indicata su un foglio. Inizialmente la cantina era più piccola. Le camere sono tutte diverse una dall’altra, con vedute particolari per garantire ogni volta un’esperienza esclusiva e proprio per questo siamo diventati boutique hotel. Stiamo cercando di elevare il ristorante, guidato dallo chef siciliano Giampiero Vento, per portare a uno step successivo la nostra ristorazione basata su prodotti del territorio e cucina tipica piemontese con qualche contaminazione siciliana. La spa è un’idea di Vanessa Barea, mia cugina: il cliente può affittare l’intera area massaggi per usufruire di una serie di trattamenti”. Conclude: “Offriamo la nostra line up dei prodotti abbinandola a dei servizi che funzionano. Anche altre aziende del territorio si focalizzano non solo sulla cantina ma sul far vivere al cliente un’esperienza. In passato ci contattavano con focus sul vino e poi scoprivano tutti gli altri servizi, ultimamente si sta invertendo la rotta e ci chiamano per i servizi e per il territorio, solo dopo si fermano ad acquistare il vino. L’azienda è una grande casa dove raccogliamo varie unità di business. Non siamo soltanto una cantina o un ristorante o un boutique hotel, ma qualcosa di più che racchiude tutte queste cose. Io e Vanessa abbiamo intrapreso un percorso comunicativo che non tratta solo della nostra azienda e dei nostri prodotti, ma del Monferrato di cui facciamo orgogliosamente parte. Così abbiamo iniziato a parlare di itinerari intorno alla tenuta alla scoperta di borghi, castelli, musei e altre attrazioni per allargare l’offerta e la conoscenza”.