Brutte notizie per l’Italia sul fronte dei dazi. La politica di Trump dell'”America First” colpisce il Prosecco, il vino italiano più venduto negli Usa. Ad un anno dal riconoscimento da parte dell’Unesco, che ha portato l’iscrizione delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella Lista dei Patrimoni Mondiali da tutelare, le bollicine italiane più popolari sono entrate nella lista nera dei prodotti Made in Italy sotto attacco dei nuovi dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con la procedura di consultazione da parte del dipartimento statunitense del commercio (USTR) che si concluderà il 26 luglio. Se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem, una bottiglia passerebbe a costare da 10 a 15 € sul mercato americano, perdendo così competitività. Gli Usa sono il principale mercato di sbocco per il Prosecco al di fuori dell’Italia e davanti al Regno Unito, con un aumento in valore del 41%nel primo semestre del 2019. Prosecco che con una crescita del 561,6% dal 2010 a oggi aveva messo in secondo piano Champagne, Cava e sparkling della California.
Un danno enorme nel principale mercato di sbocco delle pregiate bollicine che nel primo trimestre del 2020 nonostante l’emergenza coronavirus si è mantenuto stabile, mentre sono crollate nello stesso periodo del 14% in valore le esportazioni in Gran Bretagna, che si colloca così al secondo posto, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat. Una situazione che favorisce – continua la Coldiretti – la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall’Europa, dove sono in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco il quale viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi. L’ultima battaglia legale vinta dal Prosecco è contro le bollicine francesi senza alcol commercializzate con il nome “Nosecco” e destinato al mercato britannico. Una concorrenza sleale insopportabile soprattutto se si considerano le difficoltà di bar, ristoranti e alberghi che hanno causato un crollo delle vendite di vino nella ristorazione in tutto il mondo. Si teme dunque una tempesta perfetta con le tensioni determinate dalla Brexit che si sommano alle misure protezionistiche degli Stati Uniti in una situazione in cui il commercio internazionale è già frenato dai limiti posti dalla pandemia coronavirus.