RED FRIDAY – WEEK 44

Questa settimana ci troviamo in Valpantena, valle che da Verona sale verso i Monti Lessini, con il cru Amarone Erbin Riserva 2007 della Collina dei Ciliegi. Biodiversità e varietà dei suoli sono al centro dell’intero progetto con la continua sperimentazione di Vivai Rauscedo e la collaborazione di due scienziati agronomi di fama mondiale, Lydia e Claude Bourguignon. Le migliori partite di uva sono selezionate e destinate a vini di lungo invecchiamento. L’Erbin nasce dai vigneti a 600 metri s.l.m. dove prima sorgeva la cava da cui è stata ricavata la pietra per costruire il borgo. Sono suoli stratificati, calcarei, con prevalenza di pietra e ricchi di sostanze organiche.
Le uve appassiscono in cassetta per 4 mesi, con un calo ponderale di circa il 40% dovuto alla perdita d’acqua che determina concentrazione aromatica e zuccherina. A metà gennaio inizia la fermentazione, partendo da una temperatura di 5-6 °C per arrivare a 20-22 °C, con una macerazione di almeno 30 giorni. Segue maturazione in barriques di rovere nuove per 30 mesi. Successivamente il vino viene affinato in botte e in bottiglia. L’annata 2007 ha sulle spalle 13 anni di invecchiamento, di cui 11 anni fra botte grande e piccola e due in magnum numerati.
Il colore è rosso granata intenso. Il naso di frutta sotto spirito e spezie si arricchisce con l’evoluzione di sentori di cacao, tabacco da pipa e di un terziario di sottobosco e balsamico che rendono questo Amarone estremamente interessante. L’acidità equilibra la parte zuccherina e la sensazione calda creando un sorso elegante e progressivo che lo rende perfetto per l’abbinamento al cibo. Riempie il palato, rotondo. Di buona mineralità. Un vino complesso e strutturato senza essere invadente. Di ottima beva: l’alcol non si percepisce più di tanto (non andiamo oltre 15,5% Vol.). E stiamo parlando di una riserva del 2007, di un Amarone che non dimostra per niente i suoi anni, a cominciare dal colore. Bottiglia numero 695 di 860. Con ancora una lunghissima vita davanti a sé.

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare” (Andy Warhol)