Sandro Bottega, presidente di Bottega Spa, a breve Società Benefit (con obiettivo ultimo B-Corp), ci rilascia qualche anticipazione in vista del prossimo bilancio aziendale di sostenibilità, che sarà pubblicato a luglio e che misura e monitora l’impatto ambientale di un’attività nell’ambito della responsabilità di impresa, quindi la sua reputazione (“in sostanza e indirettamente misura il valore aggiunto che un’azienda crea per il suo territorio”).
Il bilancio di sostenibilità, oggi redatto nella maggior parte dei casi su base volontaria, al di là di dibattiti e sterili polemiche diventerà obbligatorio a partire dall’ 1 gennaio 2026 per tutte le aziende con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e un bilancio pari almeno a 43 milioni.
Ma cos’è il bilancio di sostenibilità? Innanzitutto si rivolge agli stakeholder e a tutti i portatori di interesse (istituzioni, cittadini, consumatori, investitori, fornitori) per informarli dell’efficienza di un’azienda dal punto di vista economico, ambientale e sociale, misurando l’impatto dell’impresa sul territorio e su una data comunità. Ma è anche l’esito del percorso verso la transizione ecologica. Un tema ripreso anche nel nuovo libro di Carlo Petrini, gastronomo, attivista e fondatore di Slow Food, e Gael Giraud, economista teorico della transizione e gesuita, dal titolo “Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità” – di cui torneremo a parlare –  sulla necessità di un cambio di paradigma culturale, sociale ed economico per dare un futuro al pianeta e al tempo stesso per far sì che la vita di ciascuno di noi sia umanamente più ricca. Una sorta di “narrazione critica”, come scrive papa Francesco nella prefazione del volume, rispetto alla situazione globale, oggi che una conversione ecologica è urgente per rispondere alla catastrofe ecologica.
Servono sensibilità, visione, impegno. E modelli produttivi più circolari e inclusivi. “Chi fa azienda seriamente non può pensare solo al proprio profitto, al proprio orticello, ma deve prima di tutto pensare e poi trasformare in azione un pensiero che porta con sé la visione di un mondo migliore per più persone possibili. Occorrono standard più elevati di tutela ambientale e di equità sociale per coniugare benessere societario e dei singoli individui. La prima eredità che lasciamo non è economica ma culturale, ed è proprio quest’ultima che farà progredire il pianeta. Il nostro scopo è predisporre una misurazione delle performance ambientali e sociali dell’azienda allo stesso modo in cui si misurano i risultati economici della stessa. Chi ha la capacità e la possibilità di farlo ha il dovere di educare alla responsabilità etica e sociale. Io e le persone che mi sono vicine sentiamo questo dovere in ogni aspetto della nostra vita. La sostenibilità è una forma di educazione”, esordisce Sandro Bottega. La sua azienda, con sede a Bibano di Godega (Treviso), è cantina e distilleria, con quattro secoli di storia nel mondo del vino e della grappa, che da oltre vent’anni ha intrapreso una svolta green esponenziale. Da ultimo dando nuova vita nelle retroetichette e in alcune etichette principali alla plastica riciclata raccolta negli oceani.

“Negli anni ’70-80 di sostenibilità si parlava poco. Noi abbiamo iniziato a produrre prodotti in maniera naturale e a fare i primi esperimenti di grappa biologica, successivamente anche di un Prosecco biologico. Già pensavamo al riciclo dei materiali, in particolare delle bottiglie. Avere una bottiglia bella esteticamente, di valore, che potesse essere rigenerata, era per noi un fattore di introduzione alla sostenibilità. Siamo ricorsi al metano quando fino agli anni ’80 si usava un olio molto denso, il k2, che in sintesi era petrolio, per produrre energia per fare la grappa. Nel 1984 lo abbiamo eliminato introducendo bruciatori che utilizzavano energia più pulita. Il metano rappresentava un salto di qualità incredibile. Già allora credevamo nella depurazione biologica delle acque. La grappa produceva dei liquidi analcolici fortemente impuri, le borlande, residui della buccia dell’uva, che venivano dispersi nell’ambiente sotto forma di acqua. Abbiamo pensato di utilizzarli come fertilizzanti reintroducendoli nel ciclo per arricchire di azoto le piante, in quanto si tratta di materiale organico. Poi abbiamo iniziato a utilizzare vetro riciclato e ci siamo spinti alla geotermia per la climatizzazione, all’energia elettrica da fonti alternative fino ad arrivare all’autoproduzione con sistema fotovoltaico, che nel mese di aprile ha rappresentato il 40% di tutta l’energia consumata da Bottega, ma nel mese di luglio, appena saranno pronti i nuovi impianti, arriveremo a sfiorare il 100% nei mesi da marzo a ottobre, il 50% in quelli invernali. In ogni caso tutto il resto dell’’energia da noi consumata viene acquistata da fonti alternative, quindi solo dall’ idroelettrico”. Continua Sandro Bottega: “Andiamo avanti ad investire sulla sostenibilità ambientale, con la consapevolezza che un’impresa green deve porsi obiettivi sempre più ambiziosi, in modo tale da diventare un punto di riferimento per il settore di appartenenza. In questo caso l’emulazione da parte dei competitor non solo è ben accetta, ma viene da noi sollecitata nell’interesse di tutti. Dal punto di vista della sostenibilità economica, il 2022 è stato per la nostra azienda di forte crescita, complice l’incessante successo riscosso dal Prosecco in Italia, ma soprattutto a livello internazionale. Il nostro fatturato ha superato gli 86 milioni di euro, registrando una crescita del +30% rispetto al 2021. Indubbiamente è trainante l’export, che per noi rappresenta il 90% di tutti i nostri prodotti”.


Fra le anticipazioni che condivide con noi l’imprenditore veneto, specializzato anche nei liquori e con due cantine distaccate, in Valpolicella e a Montalcino, l’acqua è uno dei focus: il consumo è passato da 4,4 litri nel 2021 a 2,31 litri nel 2022 per ogni litro di vino prodotto, con un risparmio di circa il 40 per cento. Anche quella utilizzata per la geotermia è scesa da 314.140 m3 nel 2021 a 230.147 m3 nel 2022, grazie al clima meno freddo ma anche all’ottimizzazione di alcuni impianti. “A causa delle elevate temperature invernali, il riscaldamento è stato impiegato in misura più limitata. Abbiamo inoltre modulato la climatizzazione in base al numero delle persone in ufficio. In ogni caso l’acqua di falda prelevata viene poi reimmessa nel ciclo. Sistemi evoluti purificano al 100% le acque di raffreddamento dei sistemi dei compressori, per un totale di utilizzato di 7.410 lt/anno. L’acqua di riferimento rimane pura a fine percorso”, spiega Bottega.
Diminuito anche il consumo di energia elettrica necessaria alla produzione di un litro di vino, grappa e liquore. “Nel dettaglio si è passati da 0,29 kWh nel 2020, a 0,23 kWh nel 2021, a 0,18 kWh nel 2022 per ogni singolo litro di vino, grappa o liquore prodotti”, aggiunge. Con una riduzione nel 2022 anche del consumo di detergenti (-43%) e di azoto (-32%).
Conclude: “Nel bilancio di sostenibilità non vengono incluse alcune importanti specificità del nostro mondo, ad elevato valore green, tra cui il riciclo della carta siliconata, l’impiego di bottiglie scure prodotte con almeno il 50% di vetro riciclato, l’utilizzo esclusivo di cartoni e cataloghi certificati FSC Mix, la scelta della vernice ad acqua per le bottiglie metallizzate, la coltivazione dei vigneti secondo i criteri dell’agricoltura biologica, il suggerimento di riutilizzo di alcune nostre bottiglie come oggetti di arredo o come caraffe per l’acqua”.
L’azienda ha inoltre avviato la tracciabilità dell’impatto ambientale su oltre cento fornitori di imballaggi in modo da stimolarli a proseguire su questa strada. Una strada che porta non solo i consumatori in senso stretto ma tutta una comunità alla gratitudine.