L’appuntamento è al Merano Wine Festival (4-8 novembre) per promuovere le eccellenze enogastronomiche dell’Oltrepò Pavese.
In Lombardia le Strade del vino sono dodici, operative nove. È alle Strade, spesso sottovalutate, che si deve la promozione dell’enoturismo non fine a se stesso ma nell’ambito di un contesto culturale, ambientale, storico e sociale. Parola d’ordine: fare squadra. Le strade uniscono le diverse anime di un territorio, spesso slegate tra di loro, favoriscono il dialogo tra eccellenze. Ne fanno parte professionisti a vario titolo, non necessariamente legati all’abito enogastronomico, che prima di tutto sono persone che credono e amano profondamente il proprio territorio, che si mettono a disposizione degli altri scarificando parte del proprio tempo libero, consapevoli che vivere in un luogo che crea progresso, con un livello reputazionale pari alla qualità dei prodotti che produce e all’operosità della sua gente, direttamente o indirettamente è uno stimolo e porta valore nelle vite di tutti quanti.
“La nostra finalità è valorizzare quello che sta all’interno di un territorio, in questo caso l’Oltrepò Pavese, dal vino al cibo al turismo, cercando di farli dialogare in maniera sinergica. Quello che sto cercando di far capire, anche se sono arrivato da poco e per di più in piena pandemia, è che noi potremmo essere l’associazione che effettivamente mette d’accordo tutti. Abbiamo rapporti col mondo del vino, che è il punto di riferimento primario, ma anche con altri produttori dell’agroalimentare. Nello stesso tempo abbiamo un legame con l’accoglienza, quindi alberghi, ristoranti, wine bar. Purtroppo non siamo ancora un ente strutturato per poter gestire situazioni complesse, per poter fare tutto quello che vorremmo fare, ma ci stiamo lavorando”, dice Giorgio Allegrini, presidente della Strada del vino e dei sapori dell’Oltrepò Pavese dal 2020. “Il periodo non ci ha agevolati perché un ente di promozione del territorio si manifesta attraverso eventi, progetti. Parlo al plurale perché il mio Cda conta quanto me, siamo una squadra di volontari che scommettono uniti sull’Oltrepò. Ne fanno parte produttori in funzione dei rapporti che hanno all’interno degli enti e questa è stata una scelta voluta per, in un certo qual modo, istituzionalizzare l’associazione. La nostra zona è sfaccettata, ci sono molte aziende, di cui vitivinicole sono più o meno millecinquecento. All’interno del nostro Cda siedono Slow Food, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, la Comunità montana, alcuni comuni, Reli snc che gestisce Enoteca regionale della Lombardia, Città del vino, Terme di Rivanazzano srl, ossia enti che a loro volta sono un riferimento per le aziende, sia in un’ottica di ampliamento della rete sia di un loro coinvolgimento, in particolare i comuni, come tramite tra la Strada e le singole realtà produttive, permettendo anche alle aziende stesse di entrare nella Strada senza esborsi diretti. Per esempio, il Consorzio ha sottoscritto una convenzione con noi in base alla quale tutti i suoi associati possono godere dei benefici degli associati della Strada. In diverse occasioni la Strada potrà partecipare agli eventi in funzione del Consorzio. È un partenariato importante”.
La convenzione tra il Consorzio e la Strada dell’Oltrepò Pavese, un modello vincente e replicabile, ha portato alla nascita della convenzione tra Ascovilo e la Federazione Strade del vino e dei sapori della Lombardia. “Un accordo, primo passo verso l’unità fra enti, di cui beneficiano tutte le Strade della nostra regione eccetto quella della Franciacorta, ma semplicemente perché il suo Consorzio non fa parte di Ascovilo. Serve sempre di più un’unica strategia di promozione turistica del territorio e bisogna ormai ragionare in termini regionali, far rete con altri territori vocati come il nostro. La convenzione nel 2021 ci ha permesso di partecipare unitamente ad Ascovilo a Golsaria e al Merano Wine Festival. Quest’anno, tra una settimana, ci permetterà di partecipare ancora al Merano nell’area Gourmet, dove saranno presenti alcune Strade con i rispettivi prodotti del territorio”.
Le premesse sono quelle per un 2023 all’insegna di una stretta sinergia con il Consorzio del vino dell’Oltrepò Pavese. “Si vedrà di sviluppare un piano progettuale con il Consorzio per incrociare le partecipazioni. Ci saranno eventi dove saremo presenti entrambi e altri dove la Strada potrà partecipare in sua vece per alleviarne la mole di lavoro. Il Consorzio è, e resterà, l’ente di riferimento per il vino, perché ha una competenza più tecnica della nostra. Inoltre, nel 2023 dovrebbero perfezionarsi gli accordi che coinvolgono la comunità montana. Abbiamo anche aderito a un bando di Regione Lombardia specifico per le Strade del vino che prevede la realizzazione di cartelli non solo promozionali ma con dei QR Code, che porteranno i visitatori sia sul nostro sito sia su una piattaforma dove saranno installati undici video del territorio con le specifiche in riferimento alla parte turistica, culturale e dei prodotti. Abbiamo messo in evidenza le valli Versa, Scuropasso, Coppa, ma anche la valle Staffora, meno vocata alla viticoltura nella sua parte più alta ma scrigno di altre eccellenze, fra cui funghi, castagne, formaggi, le ciliegie di Bagnaria, con cui, tra l’altro, si fa un ottimo risotto, sino ad arrivare alla capitale del salame, Varzi. La valle Ardivestra, che taglia in orizzontale le altre e lega la valle Versa alla valle Scuropasso, è quella dei castelli, del miele, dei formaggi e dei grani. La nostra bellezza è che l’Oltrepò Pavese parte dalla sabbia del Po e arriva alle vette del Lesima con i pascoli. Un territorio molto eterogeneo di oltre 1000 mq, 13500 ettari vitati, 78 comuni. Stiamo aprendo un tavolo di lavoro che coinvolge tutti gli enti per cercare di ottimizzare le forze e raccontare il nostro territorio a più livelli”. Conclude: “Troppe volte si legge di un Oltrepò litigioso, ma sono frasi fatte che non corrispondono al vero. Sia a livello di enti sia di comuni e aziende non ho mai trovato comportamenti ostili. Non essendo un tecnico, questo per me è un mondo nuovo che ho scoperto pian piano conoscendo prima le persone. Ho trovato voglia di collaborare e fare cose nuove. Si tende sempre a parlare degli scandali o di ciò che crea curiosità e troppe volte si dimenticano gli aspetti positivi, che sono proprio le aziende. Il territorio sta lavorando molto bene, con realtà produttrici che hanno impostato un discorso di estrema qualità. E chi magari non ha la possibilità di fare eccellenza assoluta comunque lavora bene. Oggi si può bere di qualità anche con il semplice vino da tavola”.
(L’avvocato Giorgio Allegrini)