Negli ultimi vent’anni le aziende vitivinicole del nostro Paese si sono ridotte di oltre 500 mila unità (-68%), ma la superficie vitata ha tenuto (-11%, con -1% nell’ultimo decennio) e le 255 mila aziende rimaste (erano 791 mila nel 2000), il 23% del totale delle aziende agricole, sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. I dati li fornisce l’Osservatorio di Unione italiana vini, che ha elaborato, con una verticale sul vino, l’ultimo censimento agricolo dell’Istat aggiornato al 2020. Parallelamente le imprese vitivinicole hanno incrementato il valore delle esportazioni del +165%, divenendo primo comparto agricolo nel commercio estero e tra i principali fautori del surplus commerciale del totale made in Italy, dove incide per quasi il 14%.
Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: “L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino. La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra”.
Meno aziende ma con superficie vitata in media più grande, specie al Nord, dove la media dei vigneti è di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi, 4 in Lombardia 3,8, in Veneto (che ha la crescita maggiore: +295%), 3,6 in Toscana, 3,4 in Piemonte.
Cartina geografica alla mano, le aziende sono calate con maggior evidenza al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%). Secondo l’ultimo censimento Istat, è la Puglia a contare il maggior numero di imprese (36 mila), seguita dalla Sicilia (30 mila) e dal Veneto (27 mila). Tra le regioni, la Campania – che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini (86 mila) – oggi ne conta poco più di 22 mila con un calo del 74%; ancora maggiore la riduzione nel Lazio (-83%).