“L’Italia del vino deve puntare su qualità, appeal e promozione”, così esordisce Josè Rallo intervistata dalla nostra testata durante questa 54esima edizione del Vinital ancora in corso. Josè Rallo è l’amministratore delegato di Donnafugata, azienda che come poche altre sa raccontare la Sicilia unendo tradizione, fascino ed eleganza, con una forte attenzione alla sostenibilità. Dal 2011 Donnafugata calcola la Carbon Footprint dei vini di Contessa Entellina e Pantelleria, dalla vigna alla bottiglia.
Per il Vinitaly uno stand magnifico dove il colore e il calore, la creatività e l’artigianalità dell’isola sono protagonisti, al cui allestimento sono stati chiamati a collaborare Dolce & Gabbana. Una gran voglia di ritornare a vivere, come si evince dalle parole appassionate di Josè Rallo.

                                                                             

Come sta andando il Vinitaly? Una ripartenza col botto?

Il Vinitaly della ripartenza sta andando benissimo. Lo abbiamo atteso tanto e finalmente è arrivato. Grande l’afflusso di enoappassionati, di persone sempre più preparate, naturalmente molti italiani, qualche straniero in meno, ma siamo felici così. C’è ottimismo, voglia di lavorare, si sente la stagione pasquale in arrivo. Siamo contenti e vogliamo dire grazie a tutti quelli che ci hanno creduto, ai produttori intervenuti, ai consumatori, ai clienti, a Veronafiere.

Un 30% circa della vostra produzione vola all’estero. Quali sono i mercati target?

Come mercato estero puntiamo molto su Stati Uniti, Germania, Svizzera. Abbiamo già incontrato molti dei nostri partner. Per quanto riguarda l’Italia, il nostro settore di riferimento è la ristorazione. Siamo felici per la ristorazione, felici che dopo anni di grandissima sofferenza si possa aprire una nuova bella stagione.

La guerra  tra la Russia e l’Ucraina quanto incide sul vostro export?

La guerra ci addolora perché siamo tutti esseri umani, però dobbiamo anche essere onesti. La Russia rappresenta il 2% dell’export del vino italiano. Con la diversificazione del rischio e con un po’ di impegno riusciremo a recuperare anche su altri mercati.

Un bilancio di questi ultimi due anni?

Donnafugata ha registrato un piccolo calo nel 2020, circa il 5%. Il 2021 è stato un anno da record sia in Italia sia all’estero e stiamo andando molto bene anche adesso. Se pensiamo che lo scorso anno abbiamo avuto 4-5 mesi di lockdown, la situazione nel 2022 è e sarà migliore rispetto alla precedente. Combattiamo un po’ con qualche costo extra sugli accessori, sul vetro, sui trasporti sicuramente, però noi produttori stiamo attenti a tutto, siamo pronti a reagire, anzi la pandemia ci ha insegnato a reagire.

Avete raggiunto un numero record di bottiglie…

Un fatturato di 30 milioni di euro nel 2021 per circa 3 milioni di bottiglie, realizzate in modo sartoriale. Sono tante piccole produzioni di nicchia che si caratterizzano per la forte impronta territoriale.

Lei è consigliere di amministrazione dell’Ice Agenzia. I prossimi impegni?

È un impegno che mi ha molto coinvolta perché l’export è importantissimo per le aziende italiane, soprattutto per le piccole e medie imprese. Ice Agenzia, insieme al ministero per gli Affari Esteri, ha un focus sulle piccole realtà, sullo sviluppo del digitale e della presenza nelle grandi catene della Gdo all’estero, su incoming di operatori in Italia. Cerchiamo di lavorare perché si possa esportare sempre di più, sempre meglio e soprattutto per far crescere l’immagine del Paese Italia all’estero. L’Italia può contare su diversi asset strategici per l’export, come la biodiversità per una viticoltura sempre più ecosostenibile, l’alta qualità delle materie prime e del prodotto finito, l’artigianalità delle produzioni.

Sull’enoturismo c’è ancora tanto da fare? Vediamo il grande impegno anche di Donatella Cinelli Colombini in merito…

L’Italia sicuramente va abbastanza bene con il turismo del vino. Ricordiamoci che è una forma di turismo che ha un indotto importante, perché la visita in cantina spesso comporta poi una visita al ristorante, una sosta in albergo, magari un po’ di shopping. L’Italia offre di tutto, le nostre zone vitivinicole sono splendide, al Centro, al Nord e al Sud abbiamo territori che sono anche territori culturali. Il turista enogastronomico molte volte si trasforma in turista culturale o viceversa. Bisogna fare molta sinergia e lavorare sul marketing del territorio. Per quanto ci riguarda, nel 2021  l’enoturismo è andato molto bene, abbiamo battuto il record storico, un’ opportunità eccezionale per raccontare qualche segreto ai tanti winelover.

Sui vostri social si nota una grande vivacità, un’attenzione sempre maggiore anche a un pubblico più giovane… 

I social media sono strumenti straordinari, potenti che hanno rivoluzionato la comunicazione delle aziende nei confronti dei singoli consumatori, dei singoli utenti. Addirittura è possibile una interazione one to one. Le aziende devono essere sempre più vere sui social media, raccontare se stesse in maniera semplice, diretta, facendo sentire le voci dell’agronomo, dell’enologo, del cantiniere, di tutti quelli che veramente operano in azienda, perché ognuno di loro ha un piccolo segreto da raccontare. I post devono essere sponsorizzati, servono le campagne, gli investimenti perché tutto si tiene insieme solo con la professionalità.

Dei nuovi vini presentati al Vinitaly cosa ci racconta?

Abbiamo due nuovi vini, un bianco e un rosso, che sono davvero il frutto della nostra terra di Sicilia. Passiperduti è un Grillo Sicilia Doc, un vino poetico, senza tempo, adatto oltre che a tutto pasto alla contemplazione della natura, e l’etichetta riesce a raccontare tutto questo, questo guardare lontano, un invito alla serenità che la natura spesso offre. Il secondo vino è un Nero d’Avola della zona di Vittoria, un territorio in grado di regalare rossi moderni, con una tessitura di tannini gentilissima, tanto che noi li facciamo servire freschi, sui 14 gradi. Un modo nuovo per bere il rosso, per degustare la Sicilia.