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RIVE COL DE FER RÙ N. 3 & TEGOLE VALDOSTANE

Chi l’ha detto che uno spuntino debba essere per forza salato? Anzi. Certamente in estate la voglia di godersi, che so, un gelato è certamente tanta. Ma come sanno gli amanti del vino e i più esperti, con il gelato si abbina ben poco. Dunque stiamo su una preparazione di pasticceria, in questo caso una sorta di biscotto, diciamo un prodotto da forno la cui tipicità è davvero lo specchio di un piccolo territorio. Parliamo delle Tegole della Valle d’Aosta, che pare debbano la loro forma e il loro nome alle tuiles di origine normanna. Nascono in tempi relativamente recenti, a cavallo delle due grandi guerre, grazie alla famiglia di pasticceri aostani Boch e sono il frutto di ricette tramandate di generazione in generazione, di famiglia in famiglia, che si ispirano alla cucina normanna. Dunque ne esistono davvero tante varianti, più o meno ricche del tipico sapore di nocciole. Una loro caratteristica è proprio la friabilità, il doversi spezzare in bocca così da necessitarsi una perfetta conservazione sempre ermetica, un po’ come i Krumiri di Casalemonferrato (di cui disquisiremo un’altra volta).  Fra i tanti produttori, piccoli e grandi, compresi i forni e le pasticcerie, fino alle rinomate versioni in vendita in sigillati cofanetti nelle boutique di Courmayeur, trovo canonica la ricetta della Tegoleria Artigianale Valdostana, con sede proprio ad Aosta. Certamente una versione esemplare, nel senso che ne possiamo trarre modello, dopo averne provate davvero tante tipologie.
Anche questa volta andremo a cercare un connubio territoriale particolare, che a sua volta genera un abbinamento altrettanto particolare, ma efficace, saltando dalle valli con vista Monte Bianco e Cervino a tutt’altra zona d’Italia, il Friuli; nel cuore di Caneva, nella pedemontana pordenonese, si trova l’azienda vitivinicola Rive Col de Fer. Sorge sul sedime di un castrum romano.
Fra i vini prodotti da questa piccola cantina che risale agli inizi degli anni ’80 troviamo il Rù N. 3, inusuale cuvée di Refosco e Merlot, uve lasciate appassire in piccole cassette per alcuni mesi, con un affinamento decisivo fino a 30 mesi in bottiglia. Ma suggerisco di “dimenticarselo” in cantina. Sprigiona profumi di ciliegie sotto spirito, liquirizia e malto, con note speziate. Al palato è quasi liquoroso, oserei definirlo a tratti oleoso, tanto da prestarsi proprio ad accompagnare biscotti come le Tegole. Lì per lì si penserebbe ad abbinare questo insolito passito (14% Vol.)  con il cioccolato fondente, viste  le sue derive amarognole, anche alcoliche e pungenti, ma quando la prima tegola vi esplode in bocca con la sua massima croccantezza, frantumandosi fragorosamente, sorseggiando il Rù N. 3 si avvolge tutto e si esalta il sentore delle nocciole e dell’albume d’uovo della ricetta. Insomma si va avanti, in una sorta di duello senza vincitori ne vinti. Un abbinamento tanto stravagante quanto invogliante e godereccio. E la merenda è finita.

Vino                ✪✪✪✩✩

Spuntino         ✪✪✪✪✩

Abbinamento  ✪✪✪✪✪