… WHITE, PINK, ORANGE? WEEK 3

Questa settimana siamo in Oltrepò Pavese, nella zona di Montalto, con lo Chardonnay Caroaldo di Finigeto, primo Chardonnay in barrique per questa azienda, rivolto al canale horeca, da vendemmia 2019, che abbiamo assaggiato in anteprima. Lo Chardonnay, uva per eccellenza dei grandi bianchi di Borgogna e molto più versatile del Pinot nero, è un vitigno non facile perché tanta è l’aspettativa nel bicchiere, soprattutto se pensiamo a un vino asciutto e di grande acidità come lo Chablis. In questo caso ci troviamo di fronte a un’altra interpretazione, giocata su un corredo floreale bianco, su una interessante aromaticità tipica dell’uva e su una leggera speziatura. In bocca è pieno, morbido, di buon corpo e coniuga la spalla acida con una giusta maturazione del grappolo, raccolto a fine agosto, e con note quasi burrose e di vaniglia che derivano dall’evoluzione dello Chardonnay nel legno, pur mantenendo un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati. Un vino da terreno argilloso- calcareo e da viti con un’età media di 40 anni.
Uno Chardonnay che fa una criomacerazione pellicolare a freddo per 18-24 ore per estrarre le note aromatiche presenti nella buccia e al tempo stesso evitando una concentrazione del colore che darebbe un’impressione visiva di ossidazione. Per 12-14 mesi matura in barriques di rovere francese, dove svolge la fermentazione alcolica e malolattica. Dopo il passaggio in legno il vino riposa in acciaio prima di essere imbottigliato. Tra la vendemmia e la messa in commercio passano quasi due anni. Si parte da un’ottima base. La potenzialità del terroir c’è, la mano dell’enologo pure. Sarebbe interessante riassaggiarlo fra due o tre anni per capire l’evoluzione del terziario. Duemila bottiglie. Enologo Marco Terzoni.

“Il vino parla la lingua di chi lo beve” (Mirko Badiale)