IL NOSTRO SOMMELIER AIS VI RACCONTA…
FRANCESCO BELLEI, L’ALTRO VOLTO DI CAVICCHIOLI
Riprendiamo gli Stop&GO emiliani dedicati alle bollicine nobili; e sempre nel cuore dell’Emilia fertile, nelle pianure del vino e dei frutteti incontriamo una delle cantine che ne costituiscono la storia, quella della famiglia Cavicchioli. Già dagli anni Venti, con l’arrivo del primo turismo alla ricerca delle meraviglie del Belpaese, Umberto Cavicchioli creava la sua prima cantina e nel 1928 dava vita al Tradizione, da uve Lambrusco di Sorbara.
Accadeva a San Prospero, in provincia di Modena. Così, il fermento di quegli anni accresce il lavoro e in azienda entrano i figli Umberto, Franco, Romano e Piergiorgio. Passano gli anni, e dopo la guerra arriva il boom; con i ’60, a Bomporto, frazione di Sorbara, nasce un nuovo edificio in mezzo alla tenuta agricola, dove si lavora l’uva direttamente. La seconda generazione amplia la distribuzione del vino prodotto fino a livello nazionale e di generazione in generazione, arrivano i nipoti Umberto, Sandro e Claudio, tanto che il marchio Cavicchioli rappresenta un po’ l’emblema del Lambrusco modenese, in tutte le sue declinazioni. Fino alla nascita del Gruppo Italiano Vini (GIV), che fondamentalmente con l’accorpamento di piccole strutture vitivinicole territoriali persegue il vantaggio della forza insito nelle grandi società. GIV oggi significa 15 cantine storiche, da tutt’Italia, tenute insieme dallo spirito della tradizione e dalla volontà di produrre qualità. L’etichetta che si distingue, nel nostro percorso sulla qualità emiliana è il loro Rosé del Cristo, prodotto in piccole quantità con il metodo classico da uve 100% Sorbara vinificate in bianco. Oggi in cantina la guida enologica è di Sandro Cavicchioli, la direzione di Gabriele Lechthaler, ma c’è persino l’ultima generazione di famiglia, Carlo, responsabile commerciale, che si dedica anche al mondo social dei più giovani. Nella scuderia di famiglia c’è poi l’azienda Castel Faglia, piccolo gioiello in Franciacorta che ha in produzione ben otto varianti delle bollicine. Fra le eccellenze di casa Cavicchioli, l’obiettivo di questa tappa è il marchio Francesco Bellei, acquisito dalla famiglia dopo il 2010, successivamente al periodo di collaborazione con Christian Bellei.
La rosa dei vini è davvero ampia: si lavora prevalentemente Pinot nero, Chardonnay, ma l’immancabile uva autoctona di queste terre è il Lambrusco Sorbara. Partiamo dal Cuvée Brut, un sans année, dosato 3,5 gr/l, che varia le uve fra 60-70% Pinot nero e 40-30% Chardonnay e usualmente sosta sui lieviti 30 mesi. È un buon equilibrio fra sentori di frutti bianchi e note delicatamente floreali, rivelando un palato fresco, ma con delicate note croccanti. La Cuvée Brut Blanc de Noirs 2013, sboccato a fine 2020 va oltre i 6 anni sui lieviti: è frutto della vinificazione del Pinot nero in purezza, 3,5 gr/l di dosaggio, ed è un vino armonioso, non eccessivamente vibrante, carico di sentori di piccola frutta rossa e una bella persistenza guidata da bollicine davvero ricche e vellutate, dunque adatto a tanti palati e a molte variabili di abbinamento. Molto più diretto, schietto e minerale, con una punta grafitica, è il Dosaggio Zero: dall’etichetta color blu navy, il 2015, sboccato il 2/2021, mantiene fino all’ultimo le note agrumate in contrasto con le primissime lievi sensazioni di miele d’acacia, poi gioca su un finale sapido, lasciando un palato pulito.
Il Cuvée Brut Rosé, dall’etichetta velatamente beige, anche in questo caso è frutto di un taglio di Pinot nero di cui una parte sosta sulle bucce e Chardonnay: il 2016, sboccato il 10/2020 è un dosaggio zero che rivela note di sottobosco della bacca rossa, ma anche floreali e di frutta a polpa gialla della bacca bianca, con un finale sapido in un letto di bollicine persistenti.
Il Cuvée Brut Francesco, in onore al capostipite della famiglia Bellei, con la sua elegante etichetta in oro rosa antico, è un taglio sostanzialmente alla pari, sempre di Pinot nero e Chardonnay: il 2012, sboccato l’11/2019, dosato 3,5-4 gr/l, rivela la scienza della casa vinicola, rappresentando un prodotto di nicchia dalla forte impronta di lieviti e note fruttate iniziali, poi si concede un lungo persistente finale quasi metafisico.
Particolarmente interessante è il Cuvée Brut Rosso da uve 100% Lambrusco Sorbara, uno spumante rosso che già di per sé è un’eccezione: il 2017, sboccatura 10/2020, è davvero un Metodo classico che non ti aspetti, già dal colore rosso rubino tenue, con la sensazione schietta di uva fresca, poi le note di fragole di bosco a ingentilire un dosaggio zero che concede a questo vitigno tutte le sue spiccate doti sapide finali.
Non ultimi, due vini con rifermentazione in bottiglia: il Lambrusco Modena DOC Ancestrale da uve Sorbara in purezza e il Pignoletto Modena DOC Ancestrale da uve Grechetto Gentile, entrambi presentati nella caratteristica bottiglia larga dal collo affusolato, con due etichette davvero essenziali, schiette. Da provare.