IL NOSTRO SOMMELIER AIS VI RACCONTA…

GIORGI

Nei tanti percorsi che abbiamo individuato con i nostri Stop&Go, siamo stati in Valtidone, nel Piacentino, territorio di confine dell’Emilia delle bollicine, poi abbiamo scollinato nelle terre piemontesi arrivando nell’Astigiano, nelle Langhe, nel Monferrato e Roero. Ma un’attenzione particolare è doveroso dedicarla a quella fetta di mondo vitivinicolo di forma triangolare che si identifica con il nome di Oltrepò Pavese. Il suo confine a nord è costituito dal corso del fiume Po, nella provincia di Pavia che a sud si incunea in Liguria, mentre a est è delimitato dalla Val Tidone e a ovest dal torrente Staffora che passa da Voghera.
Qui la viticoltura ha origini molto remote, con testimonianze risalenti all’antica Roma. A Rocca De’ Giorgi, sono stati realizzati i primi Metodo Classico derivati dalla tecnica dello Champagne francese, con la presa di spuma in bottiglia e già nell’800 furono impiantati i primi ettari di Pinot nero, da cloni francesi, che dal 2007 daranno origine appunto al Metodo Classico Oltrepò Pavese Docg.
Poco più a sud di Stradella, nella frazione di Campo Noce, troviamo l’azienda Giorgi, nel comprensorio di Canneto Pavese. Le origini moderne delle cantine Giorgi risalgono al lontano 1875, anche se più antiche testimonianze riconducono alla famiglia, sul territorio già nel tardo Medioevo. Di generazione in generazione, siamo arrivati ad Antonio Giorgi, quindi ai figli Eleonora e Fabiano che oggi controllano i 75 ettari vitati e più di 300 conferitori, per una produzione annua che si attesta intorno al milione di bottiglie. Assieme a loro, nella conduzione enologica Andrea Bonfanti e Angelino Mazzocchi per la parte agronomica. La famiglia Giorgi guida l’azienda che ha in campo, oltre al Pinot nero in prevalenza, anche Chardonnay, Barbera, Croatina, Syrah, Riesling Renano, Sauvignon e Uva Rara, con venti etichette fra spumanti Metodo classico e Charmat, rossi e bianchi fermi. Compreso un interessante Riesling in purezza, Il Bandito (2020, 13% Vol. e affinamento parziale in legno), così chiamato perché la nonna Maria, quando furono comprate le terre verso Casteggio, una zona gessosa, definì il venditore appunto un bandito, tanto avevano pagato quegli appezzamenti. Ci sono poi altre due linee dedicate, la Cassinello della tenuta omonima, con 6 bottiglie e la linea Gerry Scotti, fortemente voluta dal noto conduttore televisivo, originario di queste terre e amico di famiglia.
La crescita dell’azienda Giorgi è stata costante nel tempo, fin dalla prima generazione che, oltre alle comunità limitrofe, intendeva già spingersi fuori dai propri confini, puntando a coprire l’intera filiera produttiva, dall’uva alla bottiglia, passando dagli anni ’70 in cui i fratelli Gianfranco e Antonio costruirono la seconda cantina, a Canneto Pavese, alla terza a Campo Noce. Ultima arrivata, la piccola Ginevra Giorgi, che ha già una sua etichetta dedicata: Lady Ginevra. Nel contesto dell’Oltrepò Pavese, quest’azienda è certamente un riferimento, in quel territorio di là dal Po che vanta altitudini ideali sulle sue dolci colline, con un clima asciutto d’inverno e delicatamente ventilato d’estate. Sono luoghi notoriamente caratterizzati da vigne a perdita d’occhio, tanto da essere considerati una delle zone italiane con maggiore densità di vigneti, con oltre 11.000 produttori leader del Pinot nero; luoghi che hanno contribuito fortemente all’immagine delle bollicine nobili Made in Italy.
Veniamo alla degustazione, a partire dagli imprescindibili Metodo classico di casa Giorgi. E lo facciamo nell’enoteca di appoggio dell’azienda, un interessante edificio a pagoda, di pianta ottagonale, in legno e vetro, ove si trova anche la vendita diretta della cantina. Giorgi 1870, presentato nell’elegante bottiglia personalizzata, è un Brut 100% Pinot nero (12,5% Vol. e un dosaggio di 6-7 gr/l). Il 2017, con sboccatura nell’autunno del 2021, è uno spumante di impostazione classica, in equilibrio fra l’espressione dei lieviti con sosta di oltre 36 mesi e la profondità olfattiva del Pinot nero, ricco di bacche rosse e latenti note agrumate ma anche di dettagli accattivanti come un circoscritto ricordo di miele di castagno. Infine un palato che trova una buona persistenza e un finale moderatamente sapido.
La versione dell’etichetta firmata da Gerry Scotti, Extra Brut, si presenta con la bottiglia trasparente, ma soprattutto con un dosaggio lievemente inferiore, (intorno a 4,5 gr/l) e un 15% di Chardonnay. Nella bottiglia trasparente c’è anche il Gianfranco Giorgi Brut, 100% Pinot nero, con un dosaggio lievemente superiore e una sosta sui lieviti intorno ai 24 mesi.
Altra declinazione del Giorgi 1870 è il Rosé, sempre 100% Pinot nero, frutto di una sosta di circa 10 ore sulle bucce, il cui 2012 ci regala ben 9 anni sui lieviti (sboccatura autunno 2021). Il dosaggio di 7-8 gr/l rende questo spumante molto versatile, oltre che complesso e di lunga persistenza, risaltando nuovamente i piccoli frutti a bacca rossa e il sottobosco, insieme a una nota velatamente balsamica. Fa pensare a un abbinamento particolare come il coniglio alla senape. 
Fra le selezioni, il 2012 Antonio Giorgi “Riserva del fondatore” (ma probabilmente cambierà nome) esalta appieno le virtù del Pinot nero, non solo grazie alla lunga sosta di quasi 10 anni sui lieviti, ma anche per la selezione delle uve e delle zone d’origine. Un vino che parla del territorio, che esalta il nome degli spumanti dell’Oltrepò Pavese, nel pieno delle aspettative di un Metodo classico pluripremiato, il cui dosaggio intorno a 4 gr/l libera un finale sapido, persistente, che presenta ancora le note di mela verde iniziali, dosate all’olfatto con dettagli di erbe aromatiche e frutta rossa matura.
Ancora più centrato, nella sua modernità, il TOP Zero, Pas Dosé, 4 viti AIS 2022, eccellente risultato della cuvée creata con le annate 2009-2010-2011. Con una sosta sui lieviti oltre gli 80 mesi, questo 100% Pinot nero esalta ancora di più certe erbe aromatiche come il timo, l’alloro, fra la ricchezza espressiva ricorrente dei piccoli frutti rossi, e regala un finale sapido e armonico al tempo stesso, nella sua delicata nota balsamica, ma vibrante con le efficaci e durature bollicine. Direi ottimale per la ricetta elbana del polpo con patate.
La degustazione si completa con la rosa dei rossi di casa Giorgi. È bene sottolineare, fra questi uno dei vini più caratterizzanti del territorio, il Buttafuoco Vigna Casa del Corno, realizzato con uve Barbera e Croatina in prevalenza, poi Uva Rara e Vespolina. Un vino che esplicita l’affinamento in barrique e botti grandi, oltre all’appassimento di parte delle uve (14,5% Vol.). Il 2017 è un rosso complesso, profondo e a tratti liquoroso, con concessioni balsamiche evidenti, fino a delineare erbe officinali e speziature raffinate. Ottimo con formaggi di lunga stagionatura.
Espressione del territorio sono anche il Panaü (il nome di una vigna), 100% Barbera e il Monteroso di Pinot nero in purezza. Entrambi sono caratterizzati da un affinamento in legno con anche fermentazione malolattica. La scelta diviene dunque molto soggettiva, nel gusto personale del vitigno. Certamente il Pinot nero è sinonimo di Oltrepò Pavese, ma anche scoprire come le uve Barbera si accasino su queste colline può certamente essere una esperienza interessante.
In fondo, questo territorio rappresenta appieno la logica produttiva vitivinicola italiana. Troviamo vini rossi fermi che ci caratterizzano nel mondo, ma stiamo dimostrando anche ottime capacità nella lavorazione dei bianchi fermi, mentre sulle bollicine, forse è superfluo dirlo, ma ogni zona, ogni nostra frazione territoriale sta mettendo in evidenza che qui in Italia il nostro spumante è una imprescindibile eccellenza.