WINESTOP&GO – SPECIALE EMILIA ROMAGNA (5)

 

 IL NOSTRO SOMMELIER VI RACCONTA… ALJANO A SCANDIANO (RE)
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Aljano, la Vigna (storica) al vento

Lungo la valle del torrente Tresinaro (affluente di sinistra del fiume Secchia), con le sue brezze che rinfrescano le ripide colline tra Reggio e Modena, affiorano i Gessi di Scandiano. In questo contesto territoriale si colloca la tenuta di Aljano, quinta tappa del nostro Stop&Go emiliano. Solo all’interno dei 20 ettari intorno alla cantina, sopra a Iano di Scandiano, si trovano ben 4 affioramenti del geosito. Per gli intenditori delle bollicine più nobili, la presenza dei gessi riconduce immediatamente al terroir in champagne. Un aspetto che regala mineralità inconfondibili al vino; i gessi drenano l’acqua evitando accumuli nelle stagioni piovose, impegnando la vigna ad assorbire acqua durante la stagione della crescita, favorendone l’equilibrio fra acidità e zuccheri. Dunque un sito che rende unica questa zona collinare, siamo poco al di sopra dei 250 metri slm, un’altitudine ideale se sommata al giusto orientamento delle vigne e ad Aljano: la storica vigna della Spergola, circa 2 ettari, da cui si ricava lo spumante Vigna al Vento. Pensate, ha 50 anni e fu piantata verso est, nord-est, nello spigolo di confluenza del Tresinaro con la pianura, una posizione ottimale, con notevoli escursioni termiche, sempre delicatamente ventilata.
Questo è certamente uno dei motivi che ha spinto la famiglia Oleari a rilevare la tenuta; correva l’anno 2015, dopo la gestione dei Giacobazzi iniziata nel 1999. Assieme al piccolo vigneto di famiglia e a un altro a Borzano di Albinea, Stefano Oleari può contare su circa 24 ettari totali, coltivati oltre che a Spergola, ai Lambrusco principali della regione, ma anche a varietà locali come il Montericco, il Barghi, l’Oliva e la Sgavetta. Si lavora a difesa integrata avanzata, quindi solo concimazioni naturali, niente disinfestanti o pesticidi. Ma soprattutto quello che emerge è l’amore di Stefano Oleari per il suo lavoro, nato come passione, poi arricchito dagli studi di Biologia, quindi dal contributo dell’enologo Alberto Grasselli e la sua grande esperienza non solo sulla Spergola, fin dai tempi di Casali, uno dei produttori storici di questo versante.
Tutto si basa dunque sulla ricerca della qualità, dal rispetto del territorio fino ai grappoli, intervenendo con presse a polmone, drastica selezione del mosto fiore di cui solo la parte prescelta rimane in cantina e già al secondo giorno dal raccolto va in abbattimento della temperatura, ove si depositeranno ancora le parti più grossolane e da cui si ricaverà la parte più limpida destinata alla fermentazione a temperatura controllata con lieviti autoctoni selezionati. Anche per gli spumanti che seguono il metodo Charmat/Martinotti, si lavora con i mosti lasciati a bassissime temperature, potendo poi intervenire senza aggiunte di zuccheri o solfiti; dal Rosé Rosa del Borgo con due mesi circa di autoclave, fino ai 6 mesi della Brina d’Estate, lo Charmat lungo di Spergola dall’ottimo rapporto qualità/prezzo che rappresenta il prodotto più venduto della cantina di Aljano, assieme al Lambrusco Settefilari, per uno totale di circa 100.000 bottiglie annue. Compresi il Brezza di Luna, bianco fermo da uve 100% Spergola e ultimo, ma non ultimo, il Rio delle Viole (con già alcuni premi alle spalle), un taglio di Cabernet Sauvignon e Merlot della tenuta, disponibile nella versione solo acciaio e nella Riserva con affinamento di 12 mesi in barrique. Il 2015 (15% Vol.) lascia presagire una grande longevità, per cui ne riparleremo. Sicuramente.
Ma veniamo alla degustazione, fermandoci sul capolavoro della cantina, lo spumante brut metodo classico Vigna al Vento 2014 (100% Spergola dalla sola vigna storica, 5 gr/l e 13% Vol. con sboccatura ottobre 2020). Oltre alle caratteristiche del territorio gessoso che regala al vino una iniziale vellutata mineralità, poi una piacevole acidità finale, si apprezza la lunga sosta sui lieviti, ben 60 mesi, quindi dopo le note olfattive di frutta a polpa gialla, ma anche un delicato pompelmo rosa e un infinitesimale sentore di zafferano, si cresce al palato con la fragranza dei lieviti decisamente marcata, fino alle note persistenti di mandorla e nocciola. Un’annata da ricordare, gli inglesi direbbero “Must have”.
In arrivo anche il Borgo Figno 2019, da uve Montericco in purezza, uno spumante rosé metodo classico con sosta di almeno 24 mesi sui lieviti.
Davvero una cantina in grande fermento, qui è proprio il caso di dirlo e Aljano è la conferma che il metodo classico, in Emilia, si deve fare.