WINESTOP&GO – SPECIALE EMILIA ROMAGNA (7)

 IL NOSTRO SOMMELIER VI RACCONTA… BELLEI A BOMPORTO (MO)

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Settima tappa del nostro Stop&Go emiliano; siamo alle origini, a Bomporto, alla Cantina della Volta. In queste terre, nel cammino verso il metodo classico, possiamo identificare alcune persone decisive; abbiamo già raccontato di Massimo e Fabio Lini. Come loro, Giuseppe Bellei, detto Beppe, prosegue la tradizione della vinificazione di famiglia nata col nonno Francesco nel 1920, andando a imparare in Champagne e dalla Francia porta a casa il metodo Champenoise, traducendolo nelle prime bottiglie con il Sorbara in purezza. Dalla fine degli anni ’60, dopo aver creato “Lo sfecciato”, per distinguere il vino sboccato e limpido dai rifermentati in bottiglia della cantina, Beppe coinvolge sempre di più il figlio Christian che si crea l’esperienza sul campo. Saranno tanti i viaggi a Epernay, ma il passaggio fondamentale fu l’acquisto dei terreni a 650 metri s.l.m. presso Serra Mazzoni, sulle alte colline modenesi. Terreni calcarei, argillosi con affioramenti gessosi, che messi a confronto con il terroir di Aÿ, mostrarono molte similitudini, al punto che Bellei fece arrivare le prime barbatelle di Chardonnay e Pinot nero proprio direttamente dalla Francia. L’orientamento a est, i boschi diffusi e la protezione di un promontorio montuoso che porta ombra e freschezza con una significativa escursione termica, sono i fattori che hanno reso il sito un luogo perfetto per queste uve. Nel 2014 la parte vitata della tenuta è stata ampliata da 4,5 a 10 ettari, quattro anni dopo il recupero della vecchia cantina di famiglia. Dopo la cessione del marchio Francesco Bellei a Cavicchioli, viene fondata la Cantina della Volta il cui nome e logo dell’imbarcazione è dovuto all’adiacente canale Naviglio Modenese, deviazione del torrente Panaro e in particolare alla Darsena di Bomporto del XVIII sec. ove i barconi provenienti da Modena, dovevano effettuare appunto “la volta” per rientrare in città.
Ma la differenza sostanziale che caratterizza questa cantina sta nell’avere solo vino rifermentato in bottiglia e metodo classico. Niente Charmat. Una scelta di qualità che si manifesta in tutti i passaggi della lavorazione, dalla raccolta completamente a mano fino alla pressatura soffice con l’imponente Bucher Vaslin che solo Christian può sormontare e pulire.
E potrebbe sembrare un limite non avere rifermentazioni in autoclave, visto anche che il loro vino più economico, il Brutrosso da uve Sorbara in purezza, viene venduto a 9,90 €. Invece la rosa di etichette è ampia, con 5 declinazioni nella linea Il Mattaglio da uve Chardonnay e Pinot Nero delle vigne in collina, fra Blanc de Blancs, Blanc de Noirs, Rosé, Brut e Dosaggio Zero; poi 6 tipi di Sorbara in purezza coltivato nei terreni alluvionali del fiume Secchia. E due vini fermi, un bianco da Chardonnay e un rosso da Pinot nero. È quindi difficile raccontarli tutti, seppure la degustazione sia stata completa, compresa la piacevole sorpresa di poter confrontare il loro rifermentato in bottiglia Rimosso del 2019 con il 2009!
L’incontro con Christian è stato decisivo in questi Stop&Go emiliani: «applicare al meglio il metodo» è la sua sintesi – se vogliamo – di un lungo cammino. Il suo constante confronto con la Francia è passato da tante considerazioni, in particolare la ricerca dell’acidità come fattore predominante della spumantizzazione. Pinot nero e Chardonnay sono come «una palestra» nella lavorazione del metodo classico, però l’essere più a sud di 1000 Km dalla Champagne impone di salire di quota, come del resto ha fatto la famiglia Bellei, oppure vinificare uve come il Sorbara che è un «creatore naturale di acidità». E lo si può apprezzare vinificato in rosso con il Trentasei – nome dovuto ai mesi minimi di sosta sui lieviti – del 2014, sboccato a luglio del 2020, 12,5% Vol. e 5,5 gr/l di zuccheri; oppure dopo una sosta sulle bucce di due ore e mezzo nasce il Rosé, dall’elegante color rosa tenue (buccia di cipolla); il 2015, 12,5% Vol. e 5,5 gr/l, è stato sboccato a ottobre 2020 ed esce sempre ben oltre i 40 mesi si sosta sui lieviti; la sua versione a dosaggio zero si chiama La Prima Volta, dal delicato color cipria, il 2016 è stato sboccato a febbraio 2020 e si abbina benissimo con le frittelle di baccalà. Oppure ancora si può apprezzare il Christian Bellei Millesimato Bianco. Il 2015, sboccatura febbraio 2020, 12,5% Vol. e 4,5 gr/l con sosta minima di 36 mesi sui lieviti, si presenta di colore giallo tenue con riflessi verdolini, lasciato a vista nella bottiglia trasparente, con l’etichetta scritta a mano che mi ricorda le bellissime raffigurazioni delle grappe di Levi. Sia la 0,75 che la magnum vengono elegantemente vestite con “abito” rosso, la pellicola filtrante protettiva che ci ricorda, ancora una volta, l’origine del Sorbara e perché no, che siamo a Modena, dove il rosso corsa è di casa.
Dunque una scuderia di vini ben delineata, per un totale di circa 130.000 bottiglie l’anno, che significa numeri medi intorno alle 20-25.000 a tipologia. Sulla brochure della cantina saltano all’occhio i numerosi premi e menzioni, a conferma della costante qualità voluta da Bellei, annata dopo annata. «Io trovo soddisfazione nel metodo, applicato al vitigno… non è che io sia schiavo del vitigno». Così si racconta Christian Bellei, ripartito con la Cantina della Volta a completamento di un lungo percorso e un nuovo inizio per perfezionarsi ancora.
A proposito di perfezione, è doveroso concludere con la magnum Il Mattaglio Blanc de Noirs 2011, sboccatura novembre 2018, 12,5% Vol, 3 gr/l e sosta sui lieviti oltre i 72 mesi. Si presenta color giallo intenso, virato al rosa chiaro con ombreggiature ambrate, dal bouquet complesso, fra ariosi, ma delicati sentori di frutta gialla matura, una latente violetta e fragranze speziate che continuano al palato, per un gusto complesso e sempre rinfrescante, persistente e maturo. Più che abbinato a preparazioni succulente, è un vino da godere meditandoci sopra.