WINESTOP&GO – SPECIALE EMILIA ROMAGNA (14)

IL NOSTRO SOMMELIER VI RACCONTA… CANTINA VALTIDONE NEL PIACENTINO

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La tappa numero 14 dello Stop&GO nell’Emilia delle bollicine la dedichiamo a Valtidone. La storica cantina di Borgonovo Val Tidone si trova nel cuore produttivo vitivinicolo piacentino e rappresenta, con i suoi oltre duecento soci conferitori e 1.100 ettari Di superficie vitata, la porta d’ingresso occidentale del mondo emiliano del vino. Siamo a stretto contatto con le colline dell’Oltrepò Pavese, altra zona di grande tradizione vitivinicola italiana.
Chi viene dal versante del Lambrusco, concentrato fra le province di Reggio Emilia e Modena, potrebbe dimenticare le colline piacentine, ma una realtà come la Cantina Valtidone è interessante proprio perché amplia le varietà di uve che la nostra regione può offrire. Sulle colline vitate del comprensorio, a un’altezza media di 250 metri slm, si coltivano prevalentemente Barbera, Bonarda, Malvasia Aromatica di Candia e Ortrugo, oltre a Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Grigio, Sauvignon Blanc e in parte anche Merlot e Cabernet.
Sono davvero numerose le linee dei vini imbottigliati, le etichette curate dalla cantina guidata dal presidente Giampaolo Fornasari (6,5 milioni di bottiglie annue, fra tutti i brand), sotto il controllo enologico interno di Francesco Fissore, supportato anche da Giuseppe Caviola, enologo di fama mondiale. Però come sempre, per il nostro viaggio, ci concentreremo sulla degustazione dei loro metodo classico. Al momento, la cantina non prevede dei rifermentati in bottiglia. Valtidone, la cui storia inizia nel lontano 1966, ha introdotto il suo primo metodo classico, Perlage, già 25 anni fa. Un nome, se pensiamo agli anni ’90, che intendeva dare un chiaro significato di eleganza all’imbottigliamento delle bollicine nobili, tanto che inizialmente veniva venduta solo nel formato magnum da 1,5 litri.
Nel 2020 l’AIS Emilia nella guida Emilia Romagna da Bere e da Mangiare, assegna l’eccellenza al Perlage Magnum Spumante Metodo Classico. La degustazione è in compagnia di Mauro Fontana, responsabile vendite, Antonio Montano, brand ambassador e naturalmente Francesco Fissore, di origini piemontesi e la cui prima vendemmia in azienda è stata quella del 2015; iniziamo dal Perlage nella bottiglia da 0,75 senza millesimo dichiarato, tuttavia sappiamo che si tratta della vendemmia 2018, con sboccatura dicembre 2020, circa 20.000 bottiglie prodotte. Uno spumante realizzato per il 65% di Pinot Nero e 35% Chardonnay, che si presenta di colore giallo brillante con ancora alcune velature verdoline, ricco di fini persistenti bollicine; all’olfatto esplicita un equilibrio fra le note di fragranza dei lieviti e di frutti come pesca e pera, delicatamente erbaceo con una fine citazione agrumata e una lievissima punta di grafite. Al palato riflette un buon equilibrio fra il dosaggio zuccherino di circa 6 gr/l e una parte finale che vira ad una piacevole sapidità e freschezza, oltre a trasmettere bene l’espressione di entrambi i vitigni. Nasce da uve raccolte fra i 300 e i 400 metri slm, selezionate sempre dagli stessi conferitori in alta Val Tidone, ove i terreni sono calcarei e in parte argillosi, limosi. Lo stesso Perlage nell’annata 2017, con sboccatura gennaio 2020 e una sosta di oltre 30 mesi sui lieviti, di colore giallo paglierino in perfetta evoluzione, a parità di dosaggio riflette una maggiore acidità in chiusura, oltre a una speziatura maggiore, più ricca di note di frutta secca e frutti gialli maturi. La verticale si completa con due magnum, 2013 e 2012, con soste sui lieviti rispettivamente di oltre 60 e 70 mesi. La 2013 è caratterizzata da un taglio con più Chardonnay, mentre i dosaggi per entrambi i millesimi sono di circa 7-8 gr/l, e da un colore giallo dorato molto intenso. L’annata 2013 presenta note di frutta candita e banana, avvolte dalla ricca espressione di spezie orientali e noce moscata nella fragranza dei lieviti, mentre la 2012, nonostante l’ulteriore affinamento, denota un’annata più fresca, con ancora delle derive delicatamente erbacee. Un vino che ben si abbina con piatti di pesce, magari delle ricette liguri come le Acciughe e patate o il Baccalà al verde.
Con un formato di bottiglia dedicato, Cantina Valtidone completa la linea dei metodo classico con Arvange, una sorta di francesismo della parola piemontese arvangia che significa orgoglio della rivincita. Un nome dunque vincente, tale da regalare a questo pas dosé di Pinot nero quasi in purezza (con un 4% circa di Chardonnay), i Tre Bicchieri della guida Gambero Rosso 2021. Un traguardo molto importante per un vino che nei criteri di selezione in vigna persegue gli stessi obiettivi del Perlage che a sua volta, in un’ottica di rinnovamento e attualizzazione delle etichette, potrebbe correttamente anche assurgere allo stesso nome Arvange. Intanto, in degustazione c’è l’annata 2015, con quasi 50 mesi sui lieviti e sboccatura a novembre 2020. Uno spumante di grande complessità, con un colore che rivendica ancora gioventù, un olfatto davvero ricco di sottobosco, fra mirtilli maturi e latenze di melograno, avvolto da una calibrata speziatura. Al palato è intenso, persistente e fine, certamente ancora in evoluzione. Da abbinarsi con un tagliere di coppa e pancetta piacentina DOP, oppure, perché no, con un Cacciucco alla livornese.
Oltre a quanto apprezzato in degustazione, è doveroso soffermarsi su un’altra eccellenza della Cantina Valtidone, la Luna di Candia, vino passito vinificato in purezza con la Malvasia aromatica di Candia. È qualcosa che non ti aspetti, ma che denota una cura a 360 gradi della cantina nell’offerta delle etichette, non ultima una linea molto completa, denominata 50 Vendemmie a sottolineare dal 2016 l’età e la storia della cantina, che comprende un Gutturnio frizzante e fermo, un Ortrugo frizzante e una Malvasia, sempre nella doppia versione frizzante e ferma.
La forza espressiva di questa cantina si sente nel vino, ma si intuisce fra i filari, incontrando le persone che per loro lavorano la vigna, salendo e scendendo per i colli, sempre in grande armonia con la natura.