WINESTOP&GO – SPECIALE EMILIA ROMAGNA (13)

 IL NOSTRO SOMMELIER VI RACCONTA… VENTURINI BALDINI A REGGIO EMILIA

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Siamo alla quattordicesima puntata dello Stop&GO emiliano e facciamo tappa alla tenuta Venturini Baldini. Le colline sono quelle di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia, una località già nota per la rievocazione del Corteo Storico Matildico che sostanzialmente tutti gli anni rappresenta in costume l’incontro fra Matilde di Canossa ed Enrico V nell’anno 1111, avvenimento in cui la duchessa riacquisiva i suoi diritti feudali. Ma torniamo al mondo del vino. La tenuta Venturini Baldini, risalente al XVI secolo, si trova in particolare nella frazione di Roncolo e già dall’ingresso ci introduce in un mondo incantevole, con un lungo filare di cipressi che non trova confronti su tutto il territorio emiliano. La famiglia Venturini Baldini iniziò la coltivazione vitivinicola nel 1976, già allora con criteri di rispetto della natura, fino agli odierni principi del biologico. Nel 2016 è arrivato il cambio di proprietà, decisivo per il rilancio della tenuta, oggi luogo di eventi sia in cantina che nella parte alta dell’azienda, alla cui sommità si trova il Resort, un nuovo ristorante e le adiacenze, fra cui la preziosa storica acetaia. Tutto con una vista spettacolare sulla pianura.
I criteri produttivi della nuova proprietà, la famiglia Prestia – Giuseppe Prestia è l’attuale Presidente del Gruppo Agroalimentare di Unindustria- ha traguardato tutti i principi del vino biologico puntando alla qualità e il ricco elenco di premi degli ultimi anni ne è la dimostrazione. Siamo a una quota collinare intorno ai 300-400 metri slm con uno sviluppo totale di 130 ettari che rendono ancora più significativo l’impegno produttivo nel rispetto della natura, con le vigne disposte su 32 ettari e un potenziale produttivo intorno alle 120.000 bottiglie annue.
La linea dei vini è ampia, basata sulla varietà delle uve coltivate. Si va dai più tradizionali lambruschi Grasparossa, Malbo Gentile, Marani, Montericco, Salamino e Sorbara alla Spergola, poi i vitigni internazionali Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier. Infine la Malvasia Aromatica di Candia con cui viene etichettato il frizzante il purezza Graniers.
Per gli Charmat lunghi Venturini Baldini presenta la linea Cadelvento, ma le eccellenze della cantina sono i due metodo classico (che qui si fa già dal 1996), l’Extra brut Rosé da uve Pinot Nero in purezza e il Brut da Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier, entrambi della vendemmia 2015, con sosta sui lieviti ben superiore ai 30 mesi. La rosa dei vini si completa con la rinnovata linea T.E.R.S. il cui acronimo sta per le iniziali dei quattro figli della famiglia Prestia: un bianco fermo da uve Spergola in purezza, l’Ancestrale 2018, aperto in anteprima per questa degustazione, vinificato con uve Montericco e il rosso fermo T.E.R.S. Malbo Gentile che è stato pensato un po’ come una sorta di “SuperEmilian”. In fondo, se torniamo con la mente al viale alberato di ingresso, le similitudini con la Toscana ci sono eccome. Sul colle, a fianco del resort, svetta la villa Manodori la cui ghiacciaia è stata persino oggetto di studi universitari. Varrebbe la pena di dilungarsi anche sull’acetaia, ove ovviamente si produce il prezioso Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia; entrare nel sottotetto dell’edificio che conserva le batterie di botti, oltre che inebriante, è una esperienza che vale il viaggio.
Veniamo alla degustazione del T.E.R.S. Ancestrale che rimane per 18 mesi in affinamento in bottiglia, poi viene sboccato per restituire una elegante limpidezza. L’attesa è dunque stata lunga, ma ne è valsa la pena. È certamente un rarissimo esempio di Montericco in purezza rifermentato in bottiglia (11,5% Vol.). Si presenta di colore rosso porpora intenso e luminoso, con un olfatto ad ampio spettro di frutti di bosco, come mora e mirtillo, piacevolmente vibrante nella parte tannica centrale, concedendo una persistenza finale delicatamente sapida. Un vino perfetto per l’abbinamento con la tradizione emiliana dei cappelletti in brodo, oppure una lasagna reggiana.
Evidentemente però le nostre colline non sono solo adatte all’autoctono Lambrusco, perché il metodo classico Extsra Brut Rosè 2015 regala un’ottima espressione del Pinot nero che in questo caso è dosato 3 gr/l ( 13% Vol.). In particolare nella versione magnum, questo vino è complesso, dalle bollicine finissime e persistenti, ricco di note di frutta rossa matura e una rotonda acidità agrumata che invita a bere ancora. La sboccatura ad aprile 2020 lo porta a una sosta sui lieviti ulteriormente prolungata e la ricchezza di fragranza e note tostate si fa decisamente apprezzare. Un vino che potrebbe accompagnarsi a tutto pasto, dagli affettati emiliani con gnocco fritto ai primi a base di pasta all’uovo e ragù, fino a un succulento arrosto di maiale.
Il metodo classico Brut (13% Vol.) è vinificato con la tipica terna di uve alla francese da Champagne e grazie a un dosaggio di 6 gr/l diventa uno spumante molto ammiccante, adatto a tutti i palati. Nello Chardonnay si fanno sentire alcune peculiarità locali, come i fiori di tiglio e di sambuco, armonizzati dal vigore delle note di ciliegia che arrivano dal Pinot Nero.
Fra i prossimi progetti della cantina c’è un metodo classico “selezione” che porterà il Brut fino a 60 mesi di affinamento sui lieviti. Dunque, non ci resta che aspettare, per poter scoprire anche questa ulteriore creazione.