Crollano del 38,3% le esportazioni Made in Italy in Gran Bretagna nel mese successivo alla Brexit per effetto degli ostacoli burocratici ed amministrativi che frenano gli scambi commerciali. Questo è quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel mese di gennaio 2021, il primo dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.  I prodotti italiani più esportati in Gran Bretagna – sottolinea la Coldiretti – sono nell’ordine gli alimentari, i mezzi di trasporto, l’abbigliamento, i macchinari ed apparecchi e metalli che pagano un conto salato alla Brexit. Le difficoltà negli scambi commerciali con la Gran Bretagna mettono in pericolo 3,4 miliardi di esportazioni agroalimentari Made in Italy dello scorso anno con il Paese Oltremanica che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna, al primo posto troviamo il vino, con il prosecco in testa. Le criticità maggiori, per tutti i settori che esportano verso il Regno Unito, sono riscontrabili a livello di procedure doganali e sono legate all’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi, maggiori controlli ed in generale alla burocrazia. Nel settore vitivinicolo che è la principale voce dell’export agroalimentare Made in Italy – conclude la Coldiretti – si potrebbe riscontrare difficoltà soprattutto in materia di etichettatura, con norme specifiche previste però solo ad ottobre 2022.