TERRITORIO E CANTINE Il prossimo week-end, primo del mese di luglio, l’appuntamento per una gita fuori porta fra vino, gastronomia e natura è sulle Alpi, in Valtellina, con l’evento “Mangiar per vigne”. Una ventina di produttori aderenti al Consorzio Vini Valtellina – Sandro Fay, Francesco Folini, Nino Negri, La Spia, Marsetti, Mamete Prevostini, Triacca -Tenuta la Gatta, Marcel Zanolari, Luca Faccinelli, Dirupi, La Grazia, Le Strie, Nobili, Ascesa, Aldo Rainoldi, Gianatti Giorgio, Arpepe, Tenuta Scerscé, Coop.Triasso e Sassella, Balgera, Nera – offrono la possibilità di pranzare in vigna ai bordi dei caratteristici terrazzamenti ma solo su prenotazione (http://www.stradadelvinovaltellina.it) e in abbinamento con lo slowbox preparato dai ristoratori della Strada del Vino (costo 38 €). Un modo per creare sinergie sul territorio, in questo caso fra produttori vinicoli, turismo e ristorazione. 
Un panorama di montagna, la più vasta area terrazzata d’Italia con 850 ettari vitati e 2500 chilometri di muretti a secco, ricca di biodiversità per una giornata al’aria aperta. Un territorio vocato alla coltivazione della vite, dove il Nebbiolo (chiavennasca) raggiunge un difficile equilibrio fra eleganza e intensità, che ne fa uno dei vini più premiati al mondo. Un week-end replicabile anche nel corso dell’estate contattando le cantine, che offrono tutte una proposta vini di alto livello qualitativo. Noi ne proponiamo qui di seguito quattro per conoscenza diretta dei vini consigliati, ma non sono esaustive. Ricordiamo che il New York Times solo un anno fa ne testimoniava la crescita in un articolo di Eric Asimov dal titolo “Valtellina, another side of Nebbiolo”. Vini che sono ormai i migliori ambasciatori del territorio e sono sempre più amati dai wine lovers di tutto il mondo. Una zona che sta crescendo anche dal punto di vista della ricettività alberghiera e della ristorazione in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026, pronta a raccontare il suo carico di storia, identità e cultura.

*VINI CONSIGLIATI 

Aldo Rainoldi: Il VSQ Metodo Classico da uve nebbiolo sia Brut Rosé sia Rosé Nature “Cuvée Maria Vittoria”, prima bolla valtellinese premiata; il Valtellina Superiore Sassella Docg Vigna degli Apostoli da uve nebbiolo, un vino da lunghissimo invecchiamento prodotto solo nelle annate migliori.

Mamete Prevostini: anche qui eleganza, finezza e potenza ben coniugati in una grande interpretazione del Nebbiolo. Consigliamo i giovani Alpi Retiche Igt Rosso Botonero, di grande freschezza, e il Rosso di Valtellina Doc Santa Rita, fresco e fragrante; fra i cru il Valtellina Superiore Sassella Docg Sommarovina. 

Arpepe: dal Rosso di Valtellina a salire. Non perdetevi il Valtellina Superiore Sassella Riserva Rocce Rosse Docg e il Valtellina Superiore Sassella Riserva Nuova Regina Docg.

Nino Negri: lo Sforzato di Valtellina Docg Sfursat Carlo Negri e lo Sforzato di Valtellina Docg Sfursat 5 Stelle. Magnifico anche il Valtellina Superiore Docg Riserva Castel Chiuro. Interessante il Valtellina Superiore Docg Valgella Vigneto Fracia (alla sua massima espressione dopo 7-8 anni di riposo in cantina). 

*ABBINAMENTI

Con un Nebbiolo strutturato e intenso delle cinque sottozone (Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno, Valgella) abbiniamo carni rosse, selvaggina, agnello alla valtellinese, stinco di maiale, formaggi stagionati, su tutti il Bitto, primi piatti con sughi elaborati come i pizzoccheri, ma anche il taroz, piatto tipico composto da puré di patate, fagioli e fagiolini conditi con burro e formaggio locale. Con gli sciatt, frittelle ripiene di formaggio fuso e con la variante chisciöi va bene sia un Sassella sia un Metodo classico che va a sgrassare la parte fritta. Metodo classico sia bianco sia rosé con la breasaola, o un Valgella che con le sue note fresche e floreali può essere goduto al meglio anche giovane, mai con un rosso intenso che ne coprirebbe il sapore. Di piatti di carne rossa importanti e di lunga cottura, come la lepre in salmì, lo Sforzato è un ottimo alleato, le bottiglie più morbide, invece, si accompagnano con formaggi stagionati e intensi. Ma lo Sforzato, nelle annate migliori, si presta anche come vino da meditazione.

 

DOVE DORMIRE E MANGIARE Wine Hotel Retici Balzi a Poggiridenti (SO), 11 camere ispirate al vino con vista sui vigneti terrazzati e con una attrezzata area spa (https://www.hotelreticibalzi.it/index.php?lang=it); B&B Il Dosso Maroggia, a Berbenno di Valtellina (SO), una tranquilla guest house in sasso fra le vigne della Maroggia, vicina alla Strada del Vino della Valtellina e collegata al Sentiero della Valtellina (https://www.ildossomaroggia.it); Hotel Il Combolo, a Teglio (SO), fra i borghi più belli d’Italia e patria dei pizzoccheri, un albergo d’epoca con ristorante, ampio terrazzo, palestra con vasca idromassaggio e sauna (https://www.hotelcombolo.it); B&B Valtellina Mon Amour, solo 4 camere immerse nei vigneti, a Piateda, a 44 km da Livigno, 47 da Bormio e 38 da St. Moritz (https://www.valtellinamonamour.it); il suggestivo e romantico ristorante Ristoro Castel Grumello (FAI), a Montagna, una vecchia casa contadina dominata dalla grande torre e dai resti del castello con vista spettacolare sui vigneti sottostanti, che rientrano nella denominazione Valtellina Superiore, da cui ammirare imperdibili tramonti, cucina stagionale e carta vini entrambe curatissime e con possibilità di pranzare e cenare sotto un pergolato di uva, golosi gli appetizer  e gli antipasti (https://www.ristorogrumello.com); Crotasc, a Mese (SO), in Valchiavenna, ristorante di specialità tipiche valtellinesi con una esplorazione del gusto, dove d’estate è possibile mangiare al fresco tra i castagni secolari del parco, mentre nel crotto, una cavità naturale tra le rocce, riposano le annate migliori dei vini della casa (http://www.ristorantecrotasc.com).

DA NON PERDERE Il versante Retico con i vigneti terrazzati e l’antica tradizione dei muretti a secco, la cui arte nel costruirli è stata dichiarata patrimonio Unesco. Una storia di fatica e di sassi uno sopra che sostengono i ronchi vitati e che sono ben visibili sulla strada che porta alla vicina Bormio, dove non ci si può far mancare un bagno alle terme (http://wwwqcterme.com). Da non perdere è la zona più piccola e impervia della Valtellina, l’Inferno, così chiamata per la ripida pendenza dei terreni e l’elevata temperatura estiva cui sono sottoposti, che è anche il nome di una delle 5 sottozone DOCG Valtellina Superiore. Per ammirare questo territorio dall’alto facendo una passeggiata fra i vigneti potete lasciare l’auto al parcheggio di Montagna al piano e incamminarvi lungo il circuito del Grumello (a sinistra) – Inferno (a destra) e arrivare al caratteristico Castel Grumello (FAI), di origine ghibellina, che deve il suo nome al dosso roccioso (grumo) a strapiombo sul quale è costruito.
Il Sentiero della Valtellina è un percorso pianeggiante ciclopedonale di 114 chilometri, adatto alle famiglie, che parte dal lago di Como (Colico) e arriva a Bormio affiancando il fiume Adda fra vigneti, prati e meleti con numerose aree di sosta per picnic e aree attrezzate con punti di ristoro (https://www.valtellina.it/it/rent-a-bike).
Altro percorso imperdibile per incontrare i produttori del Nebbiolo delle Alpi è la Strada del Vino della Valtellina, lunga 67 chilometri, da Ardenno a Tirano, fra terrazzamenti vitati e borghi antichi, alla scoperta di prodotti tipici a km 0.
Suggestivo e panoramico è il trenino Rosso del Bernina (partenza da Tirano), in quest’ultimo caso si tratta di un bene culturale materiale Unesco per una spettacolare traversata alpina fra vallate, cascate e torrenti passando per St. Moritz (https://www.treninorosso.it/index.php/il-trenino-rosso-del-bernina).
Questo itinerario lo consigliamo anche a settembre nel periodo della vendemmia, quando quintali di grappoli di uva sono portati a spalla lungo i terrazzamenti in apposite gerle. Una viticoltura artigianale, di precisione già dal lavoro in vigna.