“L’indicazione ‘vino naturale’ in etichetta può suggerire l’idea di un vino di qualità più alta. C’è il rischio che l’uso del termine ‘naturale’ induca il consumatore in errore”. È la sintesi di quanto riportato di recente nel parere della Dg Agri in Commissione Ue in merito al sempre più diffuso utilizzo in etichetta di una dicitura che rappresenta ancora un’area grigia nelle normative di Bruxelles. Lo rileva in un focus in uscita oggi il settimanale di Unione italiana vini (Uiv), Il Corriere vinicolo. Un tema di cui discuteremo anche la prossima settimana nella nostra rubrica “Grandi Interviste”. Nell’articolo firmato dal direttore del settimanale, Giulio Somma, si evidenzia la necessità di arrivare a capire quali vini potranno far parte di un segmento oggi impropriamente definito ‘naturale’, un mondo ancora confuso dentro il quale si trova un po’ di tutto. Dello stesso il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti: “L’aggettivo usato nel parere della Dg Agri – ‘misleading’ cioè ingannevole – è molto chiaro, perché la lettura del termine ‘vino naturale’ potrebbe seriamente indurre il consumatore in errore riguardo le caratteristiche intrinseche del prodotto, così come potrebbe indurre valutazioni errate sulla naturalità del vino in generale. E quindi evidente un rischio comunicativo per l’intero settore”. L’industria vitivinicola chiede regole chiare. Nell’approfondimento, anche le posizioni del segretario generale del Ceev (l’organismo di rappresentanza di 23 associazioni di produttori di vino di 12 Stati europei), Ignacio Sanchez Recarte, del vicepresidente Uiv, Sandro Sartor del segretario generale di Federbio, Paolo Carnemolla, del direttore generale della Federazione spagnola del vino (Fev), José Luis Benìtez. “Il nucleo del problema non è il divieto ma l’applicazione”, commenta il segretario generale del Ceev, Ignacio Sanchez Recarte. “Non vedo perché non sia possibile che la legge europea preveda regole concrete, incluso un termine appropriato per la presentazione dei vini naturali nell’interesse dei produttori e dei consumatori”.