Prosegue il racconto del vino e dell’Oltrepò Pavese con le leggende dello sport al Teatro Sociale di Stradella, vetrina per parlare di un territorio in crescita qualitativa.
Ospite lo scorso lunedì, 18 ottobre, “Lo Sceriffo” Francesco Moser, corridore italiano che nella storia ha vinto più gare tra i professionisti, ben 279. Come non ricordare le sue vittorie più importanti: un Giro d’Italia, un mondiale su strada, un mondiale nell’inseguimento individuale su pista, tre Parigi-Roubaix, due Giri di Lombardia, una Freccia Vallone, tre campionati italiani, più volte vincitore della classifica Super Prestige  Pernod (una sorta di mondiale a punti), primatista dell’ora al coperto e all’aperto sia in altura sia al livello del mare. Il record in altura stabilito a Città del Messico nel 1984 con 51,151 km, al secondo tentativo, diede il nome al suo vino 51,151, un Trentodoc purissimo da uve Chardonnay, prodotto per la prima volta proprio nel 1984 per celebrare il record dell’ora. Moser, produttore di Metodo classico in Trentino, nella Valle di Cembra, nel cui retroterra culturale la famiglia Moser affonda le proprie radici. “Arriveremo presto a 200mila bottiglie fra spumante e vini fermi. Sessantamila sono di Trentodoc. Ma del vino si occupa mio figlio Carlo“. E suo figlio Ignazio? “Ormai lo abbiamo perso”, scherza e sorride (Ignazio Moser è fidanzato con la modella Cecilia Rodriguez, ndr). A proposito della vendemmia per la base spumante spiega che “prima si cominciava la raccolta il 15-16 agosto, quest’anno il 26. L’uva in primavera era indietro, c’è stato un gran freddo, avevamo ancora la neve sulle montagne”. Quanto all’Oltrepò Pavese: “Ho corso anche in Oltrepò, anche se qui non ho mai vinto. Mi ricordo però di Dallapè, perché avevo uno zio che suonava la fisarmonica e ne comprò una proprio a Stradella”. Quanto agli inizi ricorda: “Ho cominciato a correre perché correva mio fratello maggiore Aldo, che si comprò la bicicletta vendendo la grappa di famiglia, prodotta clandestinamente tra i vigneti della Valle di Cembra”. Cosa serve per vincere? Il campione non ha dubbi: “Talento e forza di volontà. Ma tanto di entrambi”.
Trentodoc versus Oltrepò Pavese. Due territori straordinari. Ad accogliere la sfida con Moser, e a scambiarsi sul palco i relativi spumanti Metodo classico, è Fabiano Giorgi, titolare dell’omonima cantina di viticoltori dal 1875, con la sua gran cuvée storica, riferimento del Metodo classico oltrepadano, il Giorgi 1870, da solo Pinot nero, con affinamento in bottiglia minimo di 36 mesi. “Abbiamo cinque spumanti Metodo classico. Il 1870, che è un Pinot nero Docg, il Top Zero, un Pinot nero Vsq Pas Dosé, il 1870 Rosé, un Pinot nero rosè brut, il Gianfranco Giorgi e il Fusion, entrambi brut, due cuvéè con Chardonnay e Pinot nero, una con un 15% e l’altra con un 30% di Chardonnay”, spiega Andrea Bonfanti, enologo di Giorgi. “Il 1870 è il nostro Metodo classico più richiesto dal mercato. C’è grande interesse e fermento per il Pinot nero dell’Oltrepò Pavese base spumante. E i riconoscimenti ricevuti dal territorio in questo periodo lo dimostrano”.