Presentato oggi a Bruxelles dalla Commissione europea l'”Europe’s Beating Cancer Plan”, un documento che se sarà approvato cancellerà i fondi destinati alla promozione di vino, carni e salumi, con l’introduzione di etichette dissuasive su questi prodotti considerati cancerogeni, azzerando un settore con 1,3 milioni di addetti e simbolo dell’italianità nel mondo. Un danno enorme a livello di immagine e per le vendite in un periodo complicato dall’emergenza sanitaria e in cui l’agricoltura ha già sofferto pesantemente. 
Ora tocca ai vertici dello Stato farsi sentire perché questa situazione apre di fatto una guerra al Made in Italy, all’economia e all’identità gastronomica e produttiva del Paese.
“La comunicazione del Piano di azione della Commissione europea per combattere il cancro è preoccupante. Troviamo forviante il principio per il quale il consumo di alcol sia considerato dannoso a prescindere da quantità e tipologia della bevanda. Ancora più inique di questa premessa sono le proposte del piano che vedono assimilare il consumo di vino al fumo, con la conseguenza di azzerare un settore che solo in Italia conta su 1,3 milioni di addetti e una leadership mondiale delle esportazioni a volume”, commenta il segretario generale di Unione italiana vini Paolo Castelletti. “Siamo preoccupati dalle ricette proposte da DG Sante: claim obbligatori che demonizzano il vino, da un lato, e, dall’altro, le proposte di rivedere la tassazione sull’alcol e la restrizione degli acquisti transfrontalieri che rischiano di creare fenomeni di mercato nero e di contrabbando. Non sono misure risolutive a favore di un consumo responsabile, che rimane l’unica vera ricetta contro i rischi alcol-correlati. L’intenzione – anch’essa contenuta nella comunicazione – di modificare la policy in materia di promozione potrebbe avere un serio impatto sugli strumenti della politica agricola comune che hanno l’obiettivo di aumentare la competitività delle imprese sui mercati internazionali”.
Secondo Sandro Sartor, responsabile tavolo vino e salute Uiv e presidente di Wine in Moderation, l’associazione europea che promuove la cultura del consumo consapevole e del bere responsabile: “Sono sorpreso nel leggere che non venga fatta distinzione tra uso e abuso in questo testo. Siamo del tutto convinti che il consumo moderato e responsabile del vino, in particolare all’interno della dieta mediterranea e combinata con un sano stile di vita, sia del tutto compatibile con una vita sana e, come confermato da numerose evidenze scientifiche a tutti disponibili ed accessibili, non sembra far aumentare il rischio di cancro”.