“Con la Regione stiamo portando avanti il discorso sulle aree interne per una riqualificazione economica e sociale del territorio”, commenta il sindaco di Modigliana Giancarlo Dardi. “Su 6500 ettari di terreno la metà è bosco. Negli ultimi anni si è verificato un aumento di 80 ettari, che significa abbandono e scarsa produttività. Bisogna lavorare su servizi, su infrastrutture per poter essere attrattivi, per creare nuova residenza e sviluppare quel gap che ci distingue rispetto all’asse della via Emilia, non molto distante. Se quello è l’asse dinamico dell’economia della nostra regione, l’Appennino ne rappresenta la spina dorsale, è un territorio che va riqualificato. La Regione deve individuare due nuove aree interne e noi chiederemo che sia presa in considerazione l’area dell’Appennino forlivese cui apparteniamo. Questo riconoscimento porterà finanziamenti, progettazione, collegamento e punti di ricerca e sviluppo. Lo spopolamento porta a chiusure, ad arretratezza”. L’Anteprima Romagna Sangiovese DOC Modigliana 2018 è stato il luogo per fare il punto della situazione con le istituzioni. I tempi ormai sono maturi per una vera e propria rivoluzione culturale, resa concretamente possibile da una politica del fare. “Stiamo trovando la quadratura con il Governo in merito alle aree interne. Ne abbiamo quattro derivanti dalla precedente programmazione: quella a cavallo tra Piacenza e Parma, quelle del Reggiano, dell’Alta Valmarecchia e del Basso Ferrarese. Abbiamo provato a spiegare al Governo che i divari territoriali nel nostro paese non si giocano sol tra Nord e Sud ma tra aree periferiche e centrali”, dice Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna. “Da questo punto di vista, la nostra è una Regione che corre perché ha un asse molto forte, quello della via Emilia, ma poi ha un territorio collinare, soprattutto montano, che rischia invece di vivere una condizione di fragilità. Grandi potenzialità da un lato ma anche grande difficoltà dall’altro. Si tratta di lavorare su tuti i fattori che rendono competitivo e sostenibile il territorio, quindi infrastrutture materiali e immateriali, i servizi per i cittadini, per trattenere le persone, nello specifico per tenere i giovani in montagna o riportarli in montagna, le imprese e il lavoro. Abbiamo chiesto una strategia più espansiva, poter costituire nuove aree montane. Dove non arriverà il Governo arriverà la Regione. Tutto l’Appennino merita una leva di sostegno generalizzata. Nell’incontro di domani con il Governo speriamo che ci possa essere una risposta positiva in merito a più aree interne. Noi sappiamo che c’è un’aspettativa molto forte, ad esempio, sull’Appennino forlivese e ne terremo assolutamente conto. Risposta o non risposta dal Governo, questo Appennino avrà una risposta dalla Regione”. Il vino è ovviamente un buon alleato, un elemento da sostenere. “Io sono un uomo di pianura, ma metà sangue è dell’Appennino. La nostra regione per metà è costituita dall’Appennino. Dobbiamo farne un punto di forza. Se sta bene a monte sta bene anche a valle, altrimenti i problemi della montagna si scaricano sulla pianura”.