RED FRIDAY – WEEK 16

Siamo in provincia di Alessandria, nell’Alta Langa piemontese, a circa 400 metri di altitudine, con l’Albarossa in purezza di Cascina Bretta Rossa, di Giuseppe Ravasini. Lavoro artigianale, 5 ettari di vigneto impiantati con uve di diverse varietà, fra cui il dolcetto, 30-35 quintali di uva a ettaro, un grande enologo, Sergio Molino, barolista di formazione. L’Albarossa è l’incrocio di barbera e nebbiolo di Dronero (Chatus) ottenuto nel 1938 dal professor Giovanni Dalmasso. Un vitigno difficile da cui nascono vini robusti, da “sgrezzare”, e che solo nelle vinificazioni più nobili (pochissime cantine lo vinificano) riesce a regalare delle soddisfazioni. Come in questo caso. Il colore è rosso rubino carico. Nei profumi e al palato è intenso, vinoso, di buona struttura, con un fruttato fresco di ciliegie, prugne e bacche di bosco in evidenza che si saldano con un floreale di viola e con delicate note speziate, balsamiche, di liquirizia e tartufo. I tannini sono potenti, buona la freschezza, ben integrata nel corpo, che tiene a bada l’alcol. L’affinamento in legno, in questo caso la scelta iniziale del tonneaux per la fermentazione e poi della barrique per gli ultimi mesi di invecchiamento, si rivela fondamentale per arrotondare il vino, ricco di estratto, nelle sue spigolature. Se l’annata 2017 gioca più sull’eleganza, questa sull’intensità. Il vino raggiunge il suo equilibrio perfetto dopo almeno 3 anni in bottiglia. Varietale e territoriale. Interessante la vena sapida conferita da un terroir di marna, tufo con presenza di fossili. 

“La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell’unità” (Umberto Eco)