RED FRIDAY – WEEK 41

Siamo in provincia di Ascoli Piceno, in contrada Piaggiole, con il Cinabro dell’azienda Le Caniette, un Grenache in purezza del Piceno, localmente chiamato bordò, da una selezione di piante centenarie (12 quintali ad ettaro) e da un clone del vitigno storicamente presente sul territorio. Siamo a circa 280 metri s.l.m., su un terreno di un ettaro e mezzo limitrofo e perpendicolare al mare, misto sciolto con presenza di calcare e molto caldo. Il primo Cinabro prodotto risale al 2009, da vendemmia 2003.
La fermentazione avviene in tini di legno grandi con macerazione per 8 giorni. Prosegue la maturazione in barrique nuove per 30 mesi, cui ne seguono altri 12 di affinamento in bottiglia. Tra la vendemmia e la messa in commercio passano circa 4 anni. Il Cinabro è un esempio di come si possono realizzare grandi vini rossi nelle Marche. Se prima eravamo abituati alla potenza del Montepulciano, oggi ci stiamo scoprendo vini marchigiani sempre più eleganti.
Il colore nel bicchiere è rosso rubino. Al naso si sprigionano frutti rossi e spezie, sensazioni fra il frutto e il fiore e di macchia mediterranea, ginepro, china, rabarbaro e un’invitante arancia amara nel finale. Il Cinabro ricorda alcune grenache in purezza di Chateauneuf-du-pape. Al palato è intenso, minerale, con trama tannica rigorosa e freschezza a rivelarne la predisposizione ad invecchiare. Un altro vino di questa azienda che ci colpisce e che rivela le idee ben chiare del produttore. Bottiglie 1000. Enologo Giovanni Vagnoni. 

“Così benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono” (Giosuè Carducci)