… WHITE OR PINK? WEEK 28

Siamo nella fascia collinare più alta del Collio, a San Floriano, nel Goriziano, con la Ribolla Gialla invecchiata in anfora di Paraschos, frutto di una selezione rigorosa. Finora sono solo due le annate in purezza, la 2011 e la 2015. Stile Orange significa vini da uve a bacca bianca vinificate in rosso. La macerazione della Ribolla Gialla riesce a tirar fuori da un vitigno non certamente aromatico, anzi di sua natura abbastanza neutro, profumi e un corpo che lo rendono  interessante. Il contatto prolungato con le bucce, tipico degli Orange wines, permette di estrarre polifenoli, colore, sostanze aromatiche e tannini che vanno a modificare le caratteristiche del vino.
La famiglia Paraschos è di origine greca, con il “pi greco” in evidenza sulle etichette e sulle trecento anfore che arrivano da Micene. L’equilibrio in vigna è un mantra: la concimazione avviene con letame stagionato, non son utilizzati diserbanti e i vigneti sono inerbiti, con una grande attenzione per l’età delle piante, le più vecchie scavano in profondità. I vigneti sono terrazzati, nello Slatnik, fra San Floriano e Oslavia, a 250 metri s.l.m., in posizione ventilata e su suoli di ponca, marna ricca di minerali del periodo eocenico, che nella parte alta diventano più rocciosi.  
La macerazione con le bucce avviene in piccole anfore da 240 litri, senza controllo della temperatura, senza aggiunta di solforosa e a cielo aperto, anfore che sono poi chiuse con coperchi di argilla sigillati con cera d’api e colmate attraverso il foro di ispezione. L’affinamento prosegue fino al mese di luglio dell’anno successivo, dopo quasi un anno di contatto con le bucce e fino a completo illimpidimento. Prima dell’imbottigliamento il vino sosta in vasca d’acciaio al massimo per uno o due mesi. Tra la vendemmia e la messa in commercio passano quattro anni. Grazie a una selezione di un ceppo di lieviti indigeni non sono utilizzati lieviti industriali. L’imbottigliamento è a caduta, senza solforosa né filtrazioni.
Il colore nel bicchiere è dorato con riflessi aranciati, brillante. Il 2015 al naso è ampio, più fruttato e meno minerale del 2011, giocato su albicocca matura, nespola, scorza d’agrume, frutta secca, note balsamiche e di miele d’acacia, fiori secchi, foglia di tè e accenni fumé che in genere si ascrivono al legno ma che qui troviamo, evidentemente tipici del vitigno su questi terreni più alti ricchi di minerali. Al palato freschezza e tensione in equilibrio con un corpo strutturato che dà una sensazione di grassezza grazie alla lunga macerazione, con accenni tannici e una salinità che emerge sempre. Col tempo il vino virerà sulla frutta e in bocca tenderà ad ammorbidirsi, con tannini sempre più dolci. In continua evoluzione. Lungo. Mille bottiglie. Enologo Alexis Paraschos.

“Il vino dovrebbe essere mangiato, è troppo buono per essere solo bevuto” (Jonathan Swift)