È il Brunello di Montalcino Le Lucere 2015 della cantina San Filippo sul podio tanto atteso, in posizione n.3, della Top 100 wines of 2020. Roberto Giannelli, con trascorsi nel settore immobiliare, si porta a casa un ambito riconoscimento che fa onore al suo brand, al territorio di Montalcino, a tutta la Toscana e all’Italia del vino perché la classifica del noto magazine americano è tra le più autorevoli nel panorama enoico mondiale. Poco più di venti ettari di cui una decina a vigneto, anche wine resort, nella zona delle Cerbaie, nota per longevità ed eleganza dei suoi vini. Un’annata straordinaria per il Brunello la 2015 insieme alla 2016. Altro grande risultato ottenuto dall’Italia è la posizione n.7 del Barolo 2016 di Massolino, storica azienda delle Langhe. Il Brunello di Montalcino ha vinto sullo Chateauneuf-du-Pape Les Trois Sources 2016 di Domaine de la Vieille Julienne al n.5 e sul californiano Cabernet Sauvignon Mount Veeder 2016 di Macayamas al n.4. La posizione n.2 è occupata dal Pinot Noir Sonoma Coast UV Vineyard 2018 di Aubert, altro californiano che quest’anno gioca forte, segno di una qualità in crescita. E al n.1 chi ci sarà? Quale sarà il vino dell’anno? Domani lo scopriremo.
Intanto a Roberto Giannelli i complimenti del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. “È la vittoria di un’intera denominazione. Una grande annata che da gennaio condividerà la scena con la straordinaria 2016”, commenta il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci.
Sono 128 i Brunello di Montalcino 2015 che hanno conseguito quest’anno i massimi riconoscimenti di 7 tra le principali guide italiane del vino (Ais Vitae, Bibenda, Cernilli, Gambero Rosso, Slow Wine, Touring, Veronelli); si tratta di un risultato che trova pochi precedenti nella storia moderna dei ranking di settore. Ma la 2016, in commercio dal prossimo gennaio, promette una concorrenza interna inedita tra 2 annate consecutive. Per Bindocci: “La critica internazionale che ha avuto modo di degustare in anteprima la nuova annata in queste settimane, è già divisa su quale sia la migliore. Noi al Consorzio ci limitiamo a osservare come 2 millesimi consecutivi di questo livello a Montalcino non li abbiamo mai avuti e forse non è un caso siano arrivati ora”.
La disfida tra annate è già partita: da una parte, per l’americano di stanza a Hong Kong, James Suckling, tra i più influenti critici enologici del mondo che ha appena inserito 11 Brunelli nella sua ultima top 100, “la 2016 sarebbe stata l’annata più grande di sempre per il Brunello se non fosse per la 2015”. Dall’altra la super esperta Monica Larner, firma di punta per di Robert Parker e il suo The Wine Advocate, nell’assegnare due 100/100 ad altrettante aziende del borgo ha ammesso il proprio debole per la 2016, per cui lamenta addirittura un “imbarazzo della scelta dato dalla troppa presenza di vini eccellenti”. Infatti, dei 163 vini recensiti da Monica Larner circa la metà ha conseguito punteggi da 95/100 in su per dei tasting. La partita tra le annate prosegue su una delle più autorevoli testate online, Vinous, dove Eric Guido parla per entrambe di “Rinascimento di Montalcino, per una denominazione che non ho mai visto così viva come oggi”, mentre il magazine Usa Wine Enthusiast premia un Brunello 2015 al terzo posto mondiale nella top 100.