Gli elettrodomestici cambiano la vita? Tra quelli simbolo del cambiamento, ci sono anche le vino cantine Neff che, se allestite in maniera consapevole, permettono di godere di una vera e propria enoteca a prova di winemaker. Lo sa bene Roberto Cipresso, winemaker di fama internazionale e comunicatore del vino, che ci accompagna in un viaggio da nord a sud dell’Italia alla ricerca delle migliori varietà di uve, consigliando abbinamenti per stupire i propri ospiti in ogni occasione. Perché non c’è vero appassionato di cucina al mondo che ignori l’importanza di abbinare un buon vino. “Le vino cantine garantiscono un’eccellente conservazione delle bottiglie. È possibile impostare due zone a temperatura separata, regolabile tra i 5°C e i 20°C, per poter conservare al meglio i vini bianchi e rossi. Un ripiano divisorio, con controllo elettronico dei comandi soft touch, assicura le condizioni ideali per entrambe le zone. I ripiani sono progettati in legno di bambù che garantisce la conservazione ottimale per ogni tipo di vino bianco, rosso e rosè riducendo al minimo le vibrazioni”, spiega Cipresso, arrivato nel capoluogo meneghino per la presentazione in anteprima delle vino cantine.
“Il vino si divide in due grandi macro categorie: ci sono quelli ‘comodi’ e riconoscibili, che permettono abbinamenti più facili per i cuochi, e ci sono poi i vini emozionanti, che racchiudono in sé forti emozioni e segreti. Per questi ultimi – che prediligo – credo ci sia sempre un futuro possibile: tutto quello che riesce a emozionare non sarà mai saturo, poiché abbiamo sempre bisogno di trovare qualcosa che susciti in noi uno stato di benessere e di pace. Allora non si assaggiano più i vini cercando la varietà, la tipicità, ma come insegna la scuola dei master of wine ci si chiede se un vino arrivi dal Nuovo Mondo o dal Vecchio Mondo. Per questo vedo ogni cantina come uno scrigno, un contenitore di emozioni dal quale attingere per creare abbinamenti che non siano mai scontati e sempre in grado di suscitare sensazioni”, continua Cipresso, che nella sua lunga carriera ha pubblicato “Il Romanzo del Vino” scritto con Giovanni Negri e Stefano Milioni, seguito da “Vineide”, “Vinosofia” e “Vino, Il Romanzo Segreto”, scritto in collaborazione con Alessandro Zaltron. 

 

A TAVOLA… CON ROBERTO CIPRESSO 

Pinot bianco dell’Alto Adige

In Alto Adige troviamo dei Pinot bianchi che portano con sé la riconoscibilità di quei luoghi, dove i sottosuoli sono fatti di porfido: nel vino si ritrovano queste note legate alla sensazione, al tatto che riportano a questo minerale. Si tratta di un vino molto longevo, ci sono infatti dei Pinot bianchi degli anni ‘70 che sono ancora vivi e pulsanti. Nella vino cantina non può mancare un vino altoatesino a base di Pinot bianco che riesca a evocare una data remota, qualcosa di passato che, nel momento dell’assaggio, riviviamo. Questa tipologia di vino è consigliata in abbinamento a un crudo di pesce o al sushi. Conservare a 10°C.

Refosco dal peduncolo rosso del Friuli orientale 

Conosciuto come Casavecchia in Campania, Terrano in Croazia e Petit Syrah in America, il Refosco è una varietà cupa e nera, che riporta alla grafite, a sensazioni di cioccolato fondente e al tabacco nero. È un vino che tende a essere un po’ introverso, misterioso e quindi interessante. Risulta perfettamente abbinato con il goulash o piatti agrodolci che ad esempio contengono le prugne. Conservare a 15°C.

Brunello di Montalcino

La Toscana è la terra del Sangiovese, e la vino cantina deve custodire un Brunello di Montalcino, un vino che nasce in un territorio speciale, da una montagna “magica” che vede in ogni suo angolo, in una sorta di mosaico appoggiato su questa collina, in ogni piastrella, un’espressione differente. Non esiste, infatti, un solo Brunello, ma più di 200, ognuno diverso e perfettamente riconducibile al proprio paesaggio. Questo vino trova la sua perfetta combinazione con la carne e con i formaggi stagionati. Conservare a 15°C.

Montepulciano d’Abruzzo

Uva sanguigna e polputa che porta verso ciliegia, la mora e l’amarena, il Montepulciano d’Abruzzo è un vino affascinante che affonda le sue radici nella storia. La leggenda narra infatti che Annibale fece guarire i propri cavalli dalla scabbia lavandoli con il vino Montepulciano. Questo vino viene solitamente abbinato con i grandi salumi e i formaggi, ma anche con il vitello tonnato e piatti più freschi e leggeri. Conservare a 15°C.

La Falanghina della Campania 

Il nome di questo vino deriva da falanx, la falange romana, e anche la sua storia ci riporta indietro nel tempo. Duemila anni fa quest’uva produceva infatti vini che servivano alla falange romana per inibire la paura contro l’orda barbara che avanzava e sconfiggere il nemico. Un vino di carattere adatto ad accompagnare oggi frutti di mare crudi, ostriche, cozze e tartufi di mare. Conservare a 10°C.

Nerello Mascalese di Sicilia 

Nata alle pendici dell’Etna, l’uva del Nerello Mascalese è affascinante per eleganza, finezza e acidità, sopravvissuta nel tempo proprio grazie a quest’ultima caratteristica. Essendo un vino affine al pinot nero della Borgogna, il Nerello si coniuga bene con piatti raffinati ed eleganti, non necessariamente solo carne e formaggi, ma, se è invecchiato, anche pesce al forno. Conservare a 15°C.

Cannonau di Sardegna

Nota come Grenage in Francia o Garnacha in Spagna, è un’uva “camaleonte” in grado di cambiare pelle in base alla posizione in cui viene coltivata, dando espressioni che vanno dalla consistenza, dalla ricchezza e dalla profondità e dal peso specifico molto alto come le Garnache del Priorato a vini di grande eleganza, finezza e setosità come appunto il Cannonau di Sardegna. Un vino ideale da accompagnare agli spaghetti con la bottarga, alle grandi carne rosse o a del Patanegra spagnolo. Conservare a 15°C.