RED FRIDAY – WEEK 5

Premessa: non amo particolarmente i vini rossi frizzanti e della Bonarda o del Bonarda che dir si voglia non ho (quasi) mai parlato, ma il vino, che fa parte del progetto #lamossaperfetta, dell’azienda Francesco Maggi – Marco Maggi, il titolare, è anche il presidente del Buttafuoco Storico – non solo mi ha colpita, mi ha letteralmente entusiasmata. Una delle migliori espressioni mai degustate ed è proprio così che voglio sentire il Bonarda: territoriale, di grande bevibilità e freschezza ma non facile e scontato, espressivo ma non sofisticato, con una sua complessità di fondo compatibilmente con l’obiettivo da raggiungere su questo vino. Il Fatum, 100% croatina, è un’uva ricca di antociani e tannini, da terreni ghiaiosi e ricchi di argilla sul poggio di Monteveneroso, esposti a sud-est, con una pendenza del 30% e a un’altitudine di 280 s.l.m… Un Bonarda vinificato senza svolgimento della malolattica. Prima del passaggio in autoclave, dove il vino “lavora” sui suoi fermenti e sullo zucchero primario, sosta in una vasca frigo per 15-20 giorni per la decantazione in modo da perdere le impurità. Due i mesi di bottiglia prima di uscire sul mercato.
Il colore è rosso purpureo, con spuma viva e un’effervescenza non eccessiva, invogliante. Al naso il frutto fresco si sprigiona in tutta la sua essenza, ciliegia in primis e a seguire frutti di bosco, ma senza essere piacione. Il sorso è brioso, pulito, preciso, vinoso, pieno, morbido. Sostenuto da una buona freschezza e sapidità. I tannini si sentono ma sono integrati e puliscono il palato. Di buon corpo. I suoi 6,5 g/l di acidità lo mantengono giovane e non fanno percepire l’alcol. Uno di quei vini meravigliosi che non è prodotto con il solo scopo di vincere un concorso, ma con l’obiettivo sincero e autentico di grande bevibilità e convivialità. Rispettando il terroir. Motivo per cui gli assegniamo uno dei punteggi più alti nella sua categoria. Avanti così! Bottiglie 4800. Winemaker Marco Maggi.

“Se incontrate una persona che dice di bere nella sua vita solo Barolo, Barbaresco, Brunello, Champagne… non avete di fronte un intenditore di vino, ma semplicemente un benestante che beve vino!” (docente AIS durante un corso)